“Chi è tuttora sottoposto a indagini penali per calunnia, false informazioni al pubblico ministero e diffamazione aggravata, può assumere un ruolo apicale all’interno di un’organizzazione antiracket e interloquire ai massimi livelli istituzionali in rappresentanza della stessa?”. E' quanto ha dichiarato Piera Aiello, membro della Commissione parlamentare Antimafia e da anni sotto scorta per minacce di mafia. "E' il caso di Mario Ceraolo Spurio, già vice questore aggiunto della Polizia di Stato e attualmente vicepresidente della F.A.I. (Federazione Antiracket e Antiusura Italiana), tuttora indagato dalla procura della Repubblica di Messina e in passato imputato in un processo nel quale, pur non essendo stato condannato per prescrizione, sono emersi a suo carico elementi concreti di responsabilità - ha sottolineato Aiello che ha annunciato un'interrogazione al ministro dell'Interno -. Ceraolo Spurio è anche il padre di Tiziana Ceraolo Spurio, moglie di Salvatore Bonaffini, condannato per omicidio assieme al cugino (suo omonimo). La normativa vigente prevede controlli stringenti sui requisiti soggettivi degli appartenenti alle associazioni antiracket, in mancanza dei quali andrebbe negata l'iscrizione all'albo prefettizio o disposta l'immediata cancellazione". "Eppure Ceraolo Spurio, non solo risulta iscritto ad una associazione antiracket aderente alla F.A.I., ma addirittura riveste funzioni di direzione e rappresentanza dell'organizzazione intera - ha concluso Aiello -. Per questo ho depositato un'interrogazione a risposta scritta al ministro dell'Interno, affinché chiarisca la posizione della Fai e di Ceraolo Spurio e valuti l'opportunità di rimuoverlo dal ruolo assunto nell'organizzazione".
Foto © Imagoeconomica