ROMA. "Dobbiamo evitare di normalizzare i rapporti con il governo dell'Egitto. Dopo la condotta assunta in merito alla ricerca della verità sull'omicidio di Giulio Regeni, l'Egitto non può essere una controparte in affari, soprattutto poi se questi affari riguardano la vendita di armi. Lo dico da mesi, lo dico da sempre. Del resto la stessa legge 185 del 1990 vieta la vendita di armi a paesi in guerra (e l'Egitto lo è in Libia e nello Yemen) o che violano le convenzioni internazionali sui diritti umani (e l'Egitto è stato più volte stigmatizzato per questo da diverse organizzazioni internazionali)". Così in una nota Laura Boldrini, deputata del PD.
Roma, 25 gennaio 2020. La Boldrini alla fiaccolata a quattro anni dalla scomparsa di Giulio Regeni
"Stiamo parlando - spiega - di un governo, quello di al-Sisi, che ha messo in atto forme di depistaggio delle indagini sulla morte di Giulio. Solo grazie all'impegno caparbio della Procura di Roma e della famiglia Regeni, in Italia si avrà un processo, e purtroppo senza la presenza degli imputati e a fronte di una pressoché inesistente collaborazione da parte della stessa magistratura egiziana. In questa tragica vicenda - conclude - sono in gioco principi ed esigenze irrinunciabili per una democrazia: la verità sulla morte di un ragazzo italiano e la giustizia richiesta dalla sua famiglia, il rispetto dei diritti umani, la dignità del nostro Paese".
ANSA
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