Massoneria e mafie problema nazionale che condiziona democrazia
ROMA. "Massoneria e mafie: il silenzio dei partiti aiuta i poteri occulti". Il magistrato Gian Carlo Caselli lancia l'allarme alla vigilia del voto del 4 marzo. Lo fa su Famiglia Cristiana in edicola da domani. "Certi intrecci, ancora negati o ridotti a folclore locale, non riguardano solo qualche appalto", denuncia l'ex procuratore capo di Palermo e di Torino: "Sono un problema nazionale che ha condizionato e condiziona la nostra democrazia". Imprenditori, politici e studenti. Sacerdoti e magistrati. Mafiosi. Nelle logge delle quattro "obbedienze" (Grande Oriente d'Italia, Gran Loggia d'Italia, Gran Loggia regolare d'Italia, Serenissima Gran Loggia regolare d'Italia) ci sono proprio tutti, scrive Famiglia Cristiana. In totale oltre 17 mila iscritti e più di qualche zona d'ombra. Lo certifica la Commissione antimafia. Che, con l'aiuto della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, ha rilevato al loro interno 193 "fratelli" con "evidenze giudiziarie per fatti di mafia". Restringendo l'indagine alle sole Sicilia e Calabria, risulta che ogni due logge ci sarebbe la presenza di un mafioso o un suo complice. Una "criticità" che però non sembra aver destato particolare allarme. Tanto meno in vista delle prossime elezioni. "Non mi stupisce questo silenzio", commenta Caselli. "In democrazia non dovrebbero esistere associazioni segrete con vincolo di obbedienza. Invece esistono e sono spesso veicolo di incroci torbidi fra mafiosi e altri potenti, con reciproco rafforzamento. Ma guai a chi ne parla più di tanto! C'è un processo di rimozione/riduzione collaudato da tempo e riscontrabile in molti delicati casi".
ANSA
Foto © S. F.
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