Michele de Pascale e Stefania Proietti eletti, Fratelli d’Italia perde consensi. Crolla l’affluenza: 12 e 20 punti in meno rispetto alle elezioni del 2019
Dopo la sconfitta di misura in Liguria, il centrosinistra vince in Emilia-Romagna e in Umbria, fissando sul 2-1 il risultato di questa tornata autunnale di elezioni regionali. Segnata, ancora una volta, da un tasso di astensione inquietante, in particolare in Emilia-Romagna, dove ha votato solo il 46% degli aventi diritto, oltre 20 punti in meno rispetto a cinque anni fa. Mentre in Umbria l'affluenza è stata del 52%, contro il 64% del 2019. Un deficit di partecipazione atteso. Michele de Pascale ha vinto (come previsto) con un divario schiacciante, sfiorando il 57% delle preferenze contro il 40% della sfidante Elena Ugolini. Meno ampio il vantaggio ottenuto da Stefania Proietti, che ottiene il 51,25% contro il 46,6% della presidente uscente, la leghista Donatella Tesei, ma fa segnare il punto decisivo e politicamente più pesante, strappando di nuovo alla destra la regione conquistata cinque anni fa, con una vittoria che la segretaria del Pd EllySchlein ha festeggiato in piazza a tarda sera con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. “È la vittoria della coesione di una squadra e di una coalizione - ha detto la leader dem -. È il segno di dove possiamo arrivare quando siamo uniti e compatti attorno a un obiettivo”.
La sconfitta è amara per Matteo Salvini, che perde un'altra regione guidata dalla Lega (dopo la Sardegna).
“Gli elettori hanno sempre ragione. Già da domani sono a disposizione dei nuovi amministratori per portare avanti tutte le opere pubbliche che servono a cittadini e territori”, ha affermato il vicepremier. Anche Giorgia Meloni ha incassato con fair play: “Auguri di buon lavoro ai nuovi presidenti - il messaggio della presidente del Consiglio -. Al di là delle differenze politiche, auspico una collaborazione costruttiva”. La leader di FdI deve però riflettere su un'evidente emorragia di voti per il suo partito in entrambe le regioni rispetto alle Europee di giugno. Dall'altra parte il Pd cresce ancora, conquistando oltre il 42% in Emilia-Romagna e quasi il 32% in Umbria, dando così nuovo vigore alla linea “testardamente unitaria” di Schlein. Ora si riapre il dibattito sul cosiddetto campo largo, con Matteo Renzi pronto a sottolineare che le due vittorie sono arrivate grazie alla presenza di Italia viva in coalizione (per quanto senza simbolo), mentre in Liguria i renziani erano stati tenuti fuori dal veto M5S: “Il centrosinistra unito vince. Diviso perde. Lo dice la matematica da sempre, lo conferma la politica oggi”, scrive l’ex presidente del Consiglio. Il presidente M5s ha telefonato alla sindaca di Assisi eletta presidente di Regione per congratularsi, parlando di “vittoria strepitosa”. Il Movimento, tuttavia, esce da queste elezioni con ulteriori cali di consensi: in Emilia-Romagna il Movimento è fermo al 3, 5%, in Umbria invece precipita sotto il 5% (alle Europee aveva sfiorato il 9%). Con l'Alleanza Verdi-Sinistra che compie il sorpasso in Emilia-Romagna e quasi pareggia in Umbria.
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