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Non solo mafia. L'Italia emerge spesso nelle pagine del rapporto dell'Europol che identifica le attività di 821 reti criminali ritenute tra le più pericolose, che si tratti di traffico di droga, tratta di esseri umani, reati contro la proprietà o ambientali. In particolare, l'Agenzia europea per la cooperazione delle attività di contrasto scrive che "la maggior parte delle reti criminali coinvolte in reati legati ai rifiuti e all'inquinamento è dall'Italia. Di solito coinvolgono reti criminali policriminali di tipo mafioso, operanti in Italia, Paesi Bassi e Spagna". Il rapporto identifica quattro reti criminali specializzate nei reati legati ai rifiuti e all'inquinamento e tre coinvolte in crimini contro la fauna selvatica come unica attività criminale. Inoltre, dodici reti si dedicano alla criminalità ambientale come parte del loro portafoglio criminalità più ampio, principalmente insieme al traffico di droga. L'attività mafiosa invece sembra sempre più estesa fuori dai confini nazionali. "Le reti criminali di tipo mafioso italiano sono spesso incentrate esclusivamente su membri chiave italiani. Tuttavia, con attività in più di 45 Paesi, hanno una portata molto ampia nell'UE (oltre all'Italia principalmente in Belgio, Germania, Paesi Bassi, Malta, Romania e Spagna) e oltre (in Colombia, Svizzera e Stati Uniti d'America). Le loro attività principali sono il traffico di droga (comprese cocaina, cannabis ed eroina), l'estorsione e il racket, il traffico di rifiuti, le frodi sulle accise sul tabacco e il riciclaggio di denaro", si legge nel rapporto pubblicato oggi.

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