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“Nessuna perdita sarà a carico dei contribuenti”."Gli americani possono avere fiducia nel fatto che il nostro sistema bancario è sicuro. I vostri depositi sono al sicuro". Così ha detto il presidente Usa, Joe Biden, in un discorso dopo il crollo di Silicon Valley Bank.
Tuttavia gli animi sono tutto fuorché tranquilli.
Il Vix, l'indice della volatilità e della paura a Wall Street è salito ai massimi di cinque mesi a 27,84 con le tensioni sul sistema bancario. Il fallimento di Svb sta alimentando i timori degli analisti e affonda diverse banche regionali americane, con First Republic che arriva a perdere il 70%, Western Alliance Bancorp il 63% e PacWest Bancorp il 38%.
La Borsa di Milano prosegue la seduta in netto calo, anche se non sui minimi toccati in mattinata, e risulta la peggiore tra i principali listini europei. Il Ftse Mib al parziale di metà sessione perde il 3,62% a quota 26.288 punti. Sul mercato continua a pesare l'incertezza innescata dal crack di Svb nonostante le misure di emergenza prese negli Stati Uniti per farvi fronte e per evitare che la crisi contagi il sistema bancario. Sul listino milanese a essere bersagliati dalle vendite sono soprattutto i titoli bancari, finiti anche in asta di volatilità per eccesso di ribasso: Unicredit lascia il 7,57%, Intesa -6,43%, Bper -8,84%, Banco Bpm -7,89%. Giù anche Tim (-4,07%), gli industriali (Stellantis -3,67%, Pirelli -4,57%, Ferrari -1,61%) e gli energetici con Enel a -1,73%, Eni -3,41%, Saipem -5,19%.
Al termine di un fine settimana frenetico, segnato da una caotica ricerca di un potenziale acquirente per Silicon Valley Bank e dalla chiusura da parte della autorità di regolamentazione della Signature Bank con sede a New York, il governo degli Stati Uniti ha annunciato nella notte che tutti i depositanti della Svb e anche di Signature avrebbero avuto accesso a tutti i loro soldi fin da stamattina. Inoltre, la Federal Reserve ha annunciato la creazione di una nuova linea di credito per le banche Usa, progettata per sostenerle contro i rischi finanziari causati dal crollo di Svb. In altre parole, la banca centrale si è detta "pronta ad affrontare eventuali pressioni sulla liquidità che potrebbero sorgere" nel sistema bancario.
Oggi, inoltre, ha avuto luogo una seduta di vendite a piene mani sui titoli bancari dell'Eurozona, scaricati dagli investitori di fronte all'incertezza scatenata dal fallimento della Silicon Valley Bank, dai timori di un contagio, ma anche da un capovolgimento nelle attese sui tassi che svaluta il portafoglio di bond degli istituti e potrebbe frenare la corsa dei ricavi. L'indice Stoxx del settore bancario sprofonda del 5,4% con in testa Commerzbank (-11%) e Banco de Sabadell (-10%). Peggio di tutti fa il Credit Suisse, alle prese con una ristrutturazione che fatica a convincere il mercato e impegnata ad arrestare la fuga dei propri clienti: il titolo sprofonda del 12,2% mentre le assicurazioni sul debito a cinque anni della banca (credit default swap) toccano il record storico di 453 punti base.

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