Il Messico ha indetto un’azione legale contro 5 aziende statunitensi venditrici di armi che favorirebbero il contrabbando di armi nel paese latino americano. L’azione legale è stata avviata in Arizona, le aziende denunciate erano già state coinvolte in una causa precedente archiviata dalla magistratura americana.
Il ministro degli esteri messicano Marcelo Ebrard ha spiegato l’azione: “Queste armi finiscono nel nostro paese. Facciamo causa perché c’è chiaramente uno schema”. “È evidente - ha continuato - che c’è un contrabbando di armi e si sa che queste armi finiscono nel nostro Paese”. I commercianti accusati sono localizzati al confine dove sono presenti intermediari che trasportano le armi alle basi dei trafficanti in Messico. L’avvocato del ministero degli esteri Alejandro Celorio Alcantara ha annunciato che Città del Messico ha deciso di fare causa ai “cinque dei peggiori rivenditori” stabilizzati a Tucson, Phoenix e Yuma. Secondo il consulente legale questi commercianti “Vendono più pistole, più volte e agli stessi acquirenti. Noi diciamo che sono negligenti e facilitano gli intermediari, al punto da risultare complici”.
La prima udienza dovrebbe essere avvenire tra alcuni mesi.
Il governo messicano ha deciso di intentare una causa alle maggiori aziende coinvolte nella distribuzione di armi nel paese, in quanto dalle proprie stime il 70% delle armi illegali nel paese sono di origine americana. Il contrabbando di armi ha portato a 17 mila omicidi verificatisi solo nel 2019.

Città del Messico fa causa alle aziende americane, negligenti e complici di contrabbando di armi
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- Giada Trotta