Mark Zuckerberg ha dichiarato che questo giovedì Facebook (di proprietà di Meta, organizzazione ritenuta estremista in Russia) ha ricevuto una vertenza dall'FBI: limitare la diffusione di alcune informazioni del portatile di Hunter Biden (avvocato, imprenditore e lobbista statunitense, secondogenito del Presidente degli Stati Uniti d'America Joe Biden) riferite alle elezioni statunitensi del 2020.
Il fondatore di FB ha commentato nell'ultimo podcast "The Joe Rogan Experience" che la chiamata si è svolta poco prima che il New York Post aveva informato che dal portatile erano emersi i loschi rapporti con l'esterno del figlio di Biden.
Sebbene Zuckerberg abbia segnalato che Facebook "aveva preso un cammino differenze da Twitter", il quale aveva proibito direttamente la diffusione delle informazioni al riguardo e addirittura impedito a agli utenti di condividerlo, anche con messaggi diretti, ha affermato infine che il suo staff aveva deciso finalmente di limitare la divulgazione dell'articolo del New York Post basandosi su quanto riferito dall'FBI.
L'imprenditore ha anche riportato la parole degli agenti federali: "L'FBI è venuto da noi e ci ha detto: 'Ascoltate, dovete stare in allerta massima. Pensiamo che ci sia molta propaganda russa nelle elezioni del 2016; ti abbiamo avvertito che sta per verificarsi qualcosa di simile a quella. Quindi resta attento'".
In egual forma, Zuckerberg ha evidenziato che durante la prima settimana dopo la pubblicazione della storia del portatile, Facebook aveva intenzione di comprovare le veridicità delle informazioni, mentre aveva deciso di limitare la distribuzione delle informazioni attraverso un algoritmo della piattaforma: "La classifica nel 'newsfeed' era un po' più bassa. Quindi meno persone l'hanno visto di quanto l'avrebbero visto altrimenti", ha detto, aggiungendo che il numero di utenti che non sono stati in grado di vedere l'articolo era "significativo".
L'FBI ha prolungato le investigazioni
Questa settimana il senatore repubblicano Ron Johnson ha riferito di aver saputo da alcuni "informatori" che l'FBI avrebbe prolungato deliberatamente le investigazioni su Hunter Biden e incaricato i suoi agenti di non indagare sul suo portatile. "Non guardate nel portatile di Hunter Biden" avrebbe detto la direzioni dell'FBI ai suoi dipendenti.
In foto: Joe Biden insieme al figlio, Hunter © Louise Palanker/Flickr