Femminicidio in Messico: donne non considerate nel programma politico

La violenza sessista contro le donne in Messico ha riportato 3.952 vittime in un solo anno. In media nello stato messicano vengono uccise 10 donne al giorno. Ma questi numeri non bastano ad allertare l'attuale amministrazione guidata da Andrés Manuel López Obrador. Il presidente ha dovuto riconoscere che il femminicidio è aumentato del 13% durante il suo mandato, portando la cifra totale delle vittime a 11mila, tante da riempire l'Auditorio Nacional. Inoltre se la tendenza omicida continua, il bilancio delle vittime potrà arrivare a riempire l'enorme altopiano dello Zócalo nella capitale. Oltre alle cifre della morte, è necessario aggiungere che l'impunità rappresenta un altro gravissimo dato. Nell'ultimo sondaggio INE Victimization and Perception of Safety è stato segnalato che nel 2019 il 92,4% dei casi di femminicidio non è stato nemmeno preso in considerazione della autorità.  L'assenza di politiche pubbliche decisive per frenare la tendenza femminicida ha provocato dure critiche da parte dei gruppi femministi, i quali nel marzo di quest'anno hanno organizzato forti proteste nei riguardi del governo che, come immerso in una stasi, non ha mai trovato una soluzione concreta. I numeri tuttavia urlano, dal 1990 i dati statistici sugli omicidi a danno delle donne non ha smesso di crescere: da 1.519 di quell'anno, a quasi 4.000 nel 2020. Il presidente ha provato a difendersi argomentando che forse quel 13% in più è dovuto al fatto che prima quel reato non era classificato, ignorando che l'INE registra da tre decenni gli omicidi contro le donne. La violenza generalizzata, non solo contro le donne, ha raggiunto livelli mai registrati in altri momenti della storia del Messico e secondo le aspettative, la politica dell'abbraccia-narcos (Obrador) non porterà alcun miglioramento.