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Roy Bovee, un uomo di 34 anni di Jamesville (New York) è stato condannato oggi a scontare 15 anni di carcere federale per distribuzione, trasporto e possesso di materiale pedopornografico. A dare la notizia sono stati il procuratore ad interim degli Stati Uniti Antoinette T. Bacon e Janeen DiGuiseppi, l'agente speciale responsabile dell'Ufficio sul campo di Albany del Federal Bureau of Investigation (FBI) e il sovrintendente della polizia dello Stato di New York Kevin Bruen.
Come parte della sua dichiarazione di colpevolezza, Bovee ha ammesso che nel luglio 2020 ha utilizzato l'applicazione Kik Messenger sul suo telefono cellulare per distribuire materiale pedopornografico ad altri utenti. Una perquisizione del telefono dell'imputato ha rivelato che possedeva 152 immagini e 113 file video che ritraevano minori coinvolti in atti sessualmente espliciti. Le immagini e i video includevano rappresentazioni di stupro e di sodomia su bambini in età prepuberale. Inoltre, Bovee ha ammesso di aver caricato sul suo account di cloud storage online oltre 100 immagini e video che ritraggono minori coinvolti in comportamenti sessualmente espliciti. Il giudice distrettuale degli Stati Uniti David N. Hurd ha anche imposto un termine di 20 anni di libertà vigilata, che inizierà dopo il rilascio di Bovee dal carcere, e gli ha ordinato di pagare una sanzione pecuniaria speciale dii $ 9.000 per risarcire le vittime dei suoi crimini.
Al momento del suo reato, Bovee era in libertà vigilata federale per una condanna inflittagli nel 2014 per non essersi registrato come molestatore sessuale, per il quale ha scontato una pena di 54 mesi. Oggi ha anche ricevuto una condanna a 9 mesi di reclusione per aver violato le condizioni di quel rilascio.
Il caso di Bovee è stato attenzionato dall'FBI Syracuse Mid-State Child Exploitation Task Force, composta da agenti speciali dell'FBI e investigatori della polizia dello Stato di New York, Bureau of Criminal Investigation (BCI) e Computer Crimes Unit (CCU). Inoltre il caso è stato diretto dall'assistente procuratore degli Stati Uniti Geoffrey J. L. Brown come parte del progetto Safe Childhood.

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