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Manovre militari ordinate da Pechino vicino a Taiwan, repressione a Mosca Immediate le risposte, entrambe con toni duri: non ci sarà tolleranza

New York. Le prime sfide internazionali per Joe Biden arrivano da Xi Jinping e Vladimir Putin.
La Cina sceglie il primo weekend di Biden alla Casa Bianca per lanciare manovre militari sui cieli di Taiwan: due squadroni di 13 aerei da guerra sabato, poi 15 domenica, hanno lungamente sorvolato lo stretto che divide la Cina continentale dall’isola di Taiwan, costringendo Taipei a mettere in stato di allerta le batterie di difesa antiaerea. Putin da parte sua ha fatto seguire l’arresto del suo principale oppositore Aleksej Navalnyj ad una ondata di repressione contro le manifestazioni di protesta. E così l’esordio ufficiale della nuova politica estera americana segue un copione obbligato: due attacchi a Cina e Russia. Un assaggio delle priorità dell’Amministrazione Biden. Diritti umani in primo piano contro Putin, come si addice alla tradizione democratica. Su Taiwan il messaggio è duplice, da un lato Washington sottolinea la legittimità democratica del governo di Taipei; d’altro lato ribadisce una logica geostrategica che impone all’America di non abbandonare un piccolo alleato alle mire espansioniste cinesi.
Sono i due primi comunicati del dipartimento di Stato sotto la guida di Antony Blinken, concordati anche con Jake Sullivan che dirige il National Security Council. Il primo è un severo avvertimento a Pechino per le intimidazioni verso i Paesi vicini, a cominciare da Taiwan. Il secondo è una forte condanna per la repressione di Mosca contro le manifestazioni di protesta per l’arresto di Navalnyj.
Non si è ancora conclusa la conferma della nomina di Blinken da parte del Senato, e già la sua diplomazia lancia i primi segnali verso le superpotenze rivali. «Gli Stati Uniti - si legge nella nota rivolta alla Cina - osservano con preoccupazione i tentativi in corso da parte della Repubblica Popolare cinese di intimidire i suoi vicini, inclusa Taiwan. Sollecitiamo Pechino a cessare le sue pressioni militari, diplomatiche ed economiche contro Taiwan e ad impegnarsi invece in un dialogo con i rappresentanti democraticamente eletti di Taiwan. Noi saremo schierati con amici e alleati per promuovere la nostra comune prosperità e sicurezza nell’area dell’Indo- Pacifico - e questo include un rafforzamento dei nostri legami con la democratica Taiwan». Il comunicato riafferma i principi che l’America segue nei rapporti con l’isola che Pechino considera come una «provincia ribelle» destinata alla riunificazione. Per quanto non esista un formale trattato di difesa - sul modello della Nato - che obblighi l’America a intervenire in caso di aggressione, Washington sotto tutte le Amministrazioni democratiche e repubblicane ha sostenuto che un’aggressione cinese a Taiwan non sarà tollerata. La riunificazione ricorre spesso nei discorsi ufficiali di Xi Jinping, e si teme che il presidente cinese possa far salire la tensione quest’anno, nel centesimo anniversario della fondazione del partito comunista. Il dossier è in cima alle preoccupazioni del Pentagono: i militari temono che il riarmo della Cina abbia reso problematico, quasi impossibile, difendere Taiwan da un’invasione.
A Putin, l’Amministrazione Biden manda a dire che «condanna con forza l’uso di metodi duri contro manifestanti e giornalisti». Il comunicato ricorda la lunga serie di atti repressivi contro proteste pacifiche e libertà di espressione, gli abusi contro i diritti civili, gli arresti arbitrari. La nuova Amministrazione segnala così che intende dare maggiore importanza ai diritti umani; anche se non erano mancate le sanzioni nell’era Trump-Pompeo.
Un altro elemento di continuità è in Medio Oriente: oltre alla decisione di mantenere l’ambasciata a Gerusalemme, già annunciata da Blinken nella sua audizione al Senato, l’Amministrazione Biden conferma di essere favorevole agli accordi di Abramo tra Israele e diversi Paesi arabi e musulmani, firmati sotto la mediazione di Trump.

Tratto da: La Repubblica del 25 Gennaio 2021

Foto © Imagoeconomica

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