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Il rappresentante dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc) in Bolivia, Thierry Rostan, ha dichiarato che c'è molta preoccupazione da parte dell'agenzia per l'aumento della coltivazione di coca nel paese sudamericano. A riportare le dichiarazioni è il sito di Radio Erbol.
Il funzionario ha ricordato che nel rapporto di monitoraggio per il 2019 era già stato evidenziato un aumento del 10% (da 23.100 a 25.500 ettari) e che ora si lavora sui dati per il 2020. "Queste cifre ci preoccupano molto", ha detto.
"Abbiamo già condiviso questa preoccupazione con il governo, e pensiamo che con un processo di dialogo, di intesa con le comunità, potremo recuperare la situazione, abbiamo molta speranza che le cose si facciano bene quest'anno", ha proseguito Rostan.
Per spiegare l'aumento delle coltivazioni, Rostan ha identificato tre fattori: "Il primo è la pandemia, poiché l'emergenza sanitaria ha costretto gli agricoltori a rimanere nei loro appezzamenti e lavorarli". Riguardo al secondo fattore, il funzionario ha sottolineato che purtroppo durante il governo ad interim di Jeanine Anez "c'è stato un abbandono del controllo sociale". Infine, secondo Rostan, il processo della campagna di eradicazione non è stato eseguito correttamente. "Quando l'eradicazione non c'è, i raccolti aumentano", ha sottolineato.

Foto © Imagoeconomica

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