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Il 16 ottobre, sul traffico di droga e la politica in Paraguay, America Latina e nel mondo
Evento virtuale, organizzato dal Movimiento Our Voice e Antimafia Dos Mil

Mani criminali, brandendo armi da fuoco, hanno messo fine alla vita del giornalista paraguaiano Pablo Medina: è accaduto nel primo pomeriggio del 16 ottobre 2014, su una isolata strada rurale nella zona conosciuta come Villa Igatimí, a non più di 50 chilometri dalla città di Curuguaty, nel dipartimento di Canindeyú. Le fauci del traffico di droga si sono spalancate e hanno divorato senza considerazione il nostro collega (e anche collaboratore di Antimafia Dos Mil e ANTIMAFIADuemila) e la sua assistente Antonia Almada. Pablo aveva 53 anni (oggi ne avrebbe 59) e Antonia ne aveva 19 (oggi ne avrebbe 25). Sei anni dopo questo attacco alla libertà di stampa, uno in più dei tanti in Paraguay, dopo l’istaurazione della democrazia a seguito della caduta del dittatore Alfredo Strosner, il miglior tributo che possiamo rendere a Medina e Almada, e a tutti i giornalisti assassinati in Paraguay durante la democrazia, è realizzare - in piena pandemia - il Primo Forum Internazionale intitolato a Pablo Medina, che nella sua prima edizione sarà virtuale e si occuperà della narco-politica in tutti i suoi aspetti. La realtà dell'America Latina, in termini di traffico di droga, ci porta, obbligatoriamente, a prendere coscienza, a livello di società umana, che l'incidenza delle personalità politiche e del potere, nel mondo della droga è letteralmente brutale e di una gravità innegabile e indescrivibile. Un'incidenza che si regge e si sviluppa sulla struttura dell'impunità: l'impunità come strumento indispensabile per commettere crimini ai più alti livelli di potere, all'interno di una società democratica, che erroneamente crede che le istituzioni siano libere dalla corruzione e dalla disonestà, di netto stampo criminale, con un bilancio di vittime e di degradazione ogni genere.
Il Primo Forum Internazionale Pablo Medina, organizzato dal Movimento Giovanile Internazionale Our Voice - che combatte la mafia attraverso l'arte - e dalle redazioni di Antimafia Dos Mil dell'America Latina e dell'Italia, vedrà protagonisti relatori specializzati in criminalità organizzata e traffico di droga, provenienti da diversi paesi; anche con referenti della lotta alla mafia mondiale, come è uno dei suoi più importanti relatori dall'Italia, il giornalista Giorgio Bongiovanni, fondatore e direttore del sito italiano www.antimafiaduemila.com, specializzato in cronaca giudiziaria, ritenuto uno dei più visitati nel suo genere. Vedrà anche la partecipazione dei leader e rappresentanti del Movimento Our Voice: l'attrice e attivista italiana Sonia Bongiovanni, la sua fondatrice, e il giornalista argentino Matías Guffanti, nel suo ruolo di coordinatore del Movimento, in America Latina.
Questo evento permetterà di conoscere, attraverso varie personalità della lotta antimafia, le diverse realtà riguardanti la grave presenza del traffico di droga nel mondo della politica, dell'economia e della giustizia, in paesi come Argentina, Colombia, Cile, Messico, Paraguay, Uruguay e Italia.

Giornalisti, giuristi e rappresentanti dell'antimafia mondiale, in un'ampia trasmissione online, forniranno solide informazioni sulla portata della narco-politica in Paraguay e nella regione, gettando al contempo le basi per rafforzare una lotta globale contro la penetrazione integrale di un sistema criminale nelle società del continente americano, che con assoluta impunità erode le democrazie dei popoli, corrompendo i funzionari pubblici ai massimi livelli. Minando anche il sistema politico, le forze di sicurezza e i funzionari governativi in cui è insediato il narcotraffico, operando non solo con gli spacciatori locali, ma anche con potenti figure della mafia italiana, come nel caso dell'organizzazione di Reggio Calabria, nota come 'Ndrangheta, il cui ruolo protagonista nel traffico di cocaina dal Sud America all'Europa è oggi davvero allarmante.
In realtà i danni causati dal narcotraffico sono molteplici, quando abbraccia il sistema politico dei Paesi in cui insediano le loro basi operative, con la logistica adeguata, ovviamente con somme di denaro equivalenti a più PIL insieme, che sarebbero anche destinate - drammaticamente - al finanziamento delle campagne elettorali di alcuni partiti politici che danno loro spazio in base a parametri che favoriscono più la criminalità, che non una vita politica trasparente ed adeguata ai valori etici, di un Paese veramente democratico, o che si vanta di esserlo, quando in realtà, nel profondo, soffre del cosiddetto cancro chiamato: mafia, o narco-politica.
Il mondo della droga è letteralmente immerso nelle viscere stesse dei sistemi di potere; o almeno tra i due c'è un connubio scioccante, che lascia conseguenze terribili, non solo sulle economie di una nazione, ma anche sulla vita democratica: soggiogando funzionari pubblici o attaccando indegnamente e impunemente la libertà di stampa, soprattutto quando il giornalismo fa denunce pubbliche (rivelando chi è coinvolto nella narco-politica) come quelle fatte in Paraguay da una ventina di giornalisti, tra cui il nostro collega e compagno di lavoro Pablo Medina, che ha pagato con la vita per aver scelto di denunciare le mafie e i politici che nella sua terra hanno servito più il crimine che la legge, nei suoi articoli per il giornale ABC Color. I suoi assassini erano sicari, ma gli ideatori sono sicuramente personalità del mondo della politica che agiscono e comandano dall'ombra. La nostra non è una valutazione stravagante. È un'affermazione supportata da prove e da fatti criminali che vanno ben oltre. Si sa perfettamente che il potere politico paraguaiano e infiltrato dalla corruzione. Nel caso di Pablo Medina, l'ideatore del suo crimine e della giovane Almada era nientemeno che il sindaco in carica della città di Ypejhú per il Partito Colorado, Wilson "Neneco" Acosta, oggi rinchiuso nel carcere di Tacumbú ad Asunción, condannato a molti anni di carcere, in quanto autore intellettuale del duplice omicidio. Coloro che hanno premuto il grilletto delle armi assassine sono detenuti, dopo lunghi mesi di impunità, in attesa dei rispettivi processi.

medina pablo

Sono, quindi, molte le ragioni per cui era necessario organizzare un Forum internazionale di questo tipo. Un'opportunità che sarà sicuramente il punto di partenza per rafforzare nella regione non solo la cultura della legalità, ma anche la consapevolezza che il traffico internazionale di droga (e la narco-politica) non sono espressioni mafiose isolate o l'espressione di un romanticismo criminale come può essere interpretato quando i serial televisivi o i film trattano di criminali come Pablo Escobar, I Soprano o Il Padrino, tra gli altri.
La partecipazione al Primo Forum Internazionale Pablo Medina del Paraguay, di relatori seri, affidabili e competenti sui temi della criminalità organizzata o del giornalismo libero in America Latina e oltre Atlantico, e dei membri del Movimento Giovanile Our Voice, dimostra che l'evento avrà un alto livello di relatori ed è istituito come pioniere nella lotta contro un Sistema Criminale Integrato, che sta coinvolgendo, non solo gli uomini e le donne del governo, gli operatori della giustizia, i politici, i membri delle forze di sicurezza, i giornalisti, i giovani e i cittadini del mondo, ma anche coloro che lottano per difendere le democrazie oneste, come i funzionari pubblici, i giudici, i procuratori, i doganieri, i politici e i parlamentari, che praticano l'onestà e la trasparenza nel loro lavoro quotidiano.
Che, a giudicare dai fatti di cui ci occupiamo, non sembrerebbe la maggioranza ideale e necessaria per contrastare chi si lascia abbagliare dalla criminalità.

Manifesto in copertina: Our Voice
Foto 2: www.eurasiahoy.com /Pablo Medina

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