di AMDuemila
L'allarme lanciato dallo psichiatra che lo ha visitato
Julian Assange, il fondatore di Wikileaks detenuto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh in attesa dell’esito del processo di estradizione negli Stati Uniti, soffre di gravi problemi psichiatrici ed è a rischio "molto elevato" di suicidio. A dirlo in tribunale è Michael Kopelman, uno degli psichiatri che lo ha esaminato. Kopelman ha spiegato che il 49enne australiano soffre di una "grave depressione" e presenta "sintomi psicotici" quali allucinazioni uditive; Assange ha riferito allo psichiatra di aver sentito delle voci dirgli "sei morto, veniamo a cercarti".
Le pulsioni suicide "derivano da fattori clinici ma sarà l'imminenza dell'estradizione a dar luogo al tentativo", ha dichiarato Kopelman; il rappresentante del governo statunitense, James Lewis, ha obiettato che la veridicità delle affermazioni di Assange non può essere accertata. Arrestato nell'aprile del 2019 dopo sette anni passati all'interno dell'ambasciata dell'Ecuador, Assange viene accusato dalle autorità statunitensi di spionaggio e se estradato e condannato rischia fino a 175 anni di carcere, 10 anni circa per ogni capo d’accusa.
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