Sotto assedio la capitale Khartum
di AMDuemila
“Un popolo, un esercito”, è questo il coro scandito all’unisono da un milione di manifestanti sudanesi presentatisi sotto il quartier generale delle Forze Armate del Sudan, situato nel centro della capitale Khartum. La protesta tenutasi lo scorso sabato, in occasione del 6 aprile 1985, data in cui venne spodestato il dittatore Gaafar Nimeiri, è stata la più grande registrata dal 19 dicembre, giorno in cui è sfociata in tutto il Paese. Nemmeno i blocchi della polizia, i gas lacrimogeni e le cariche sono riuscite a contenere “l’assalto ai forni” dei cittadini del Sudan che chiedono a gran voce al presidente Omar al-Bashir le dimissioni e il calo del prezzo del pane e della benzina che hanno raggiunto il rincaro record. Numerosi i feriti e gli arrestati, almeno 60 le vittime ad oggi. “Bashir non ha paura di Dio né della giustizia, ma è terrorizzato dall’Esercito” , ha detto Yasir Arman, segretario per gli Affari esteri della coalizione "Sudan call". “I militari sanno che è un fantasma del passato e sono sempre più vicini al popolo. Prima o poi si rivolteranno contro questo regime. Più gente scenderà in piazza, prima questo momento arriverà”.
Il regime di Omar al Bashir dura da 30 anni, dal 1989, anno in cui il presidente salì al potere con un colpo di stato. Tristemente famosa è la sua politica repressiva che ha portato la comunità internazionale ad emanare un mandato di cattura nei suoi confronti per crimini di guerra, contro l’umanità e genocidio perpetrati in Darfur. La garanzia di un’amnistia proposta dalla coalizione composta da Sudan call, National Concensus Forces e Coalition of professional associations, che ha inglobato altri 22 partiti, seppur caldeggiata da alcuni partner regionali del Sudan, sembra destinata a restare lettera morta. L’ultima parola spetta all’Esercito al quale il popolo chiede di stare dalla propria parte e abbandonare il presidente Bashir. Intanto dal Paese giunge la notizia che durante gli scontri tra forze di sicurezza e manifestanti sia rimasta uccisa una persona.
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