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esplosione messico

Città del Messico.
È salito a 91 il numero delle persone morte in Messico, a causa dell'esplosione di un oleodotto della compagnia statale Pemex a Tlahuelilpan, a circa 100 chilometri a nord di Città del Messico. Lo hanno reso noto le autorità dello stato di Hidalgo, segnalando che 52 persone sono ancora ricoverate in ospedale. L'esplosione è avvenuta venerdì sera mentre decine di persone stavano cercando di raccogliere la benzina che usciva a causa di una perdita provocata dalla perforazione illegale della conduttura. Il procuratore generale della Repubblica, Alejandro Gertz Manero, ha fatto sapere che in settimana convocherà diversi funzionari per cercare di accertare le responsabilità della tragedia e verificare la correttezza delle procedure di soccorso e gestione dell'emergenza, una volta registrato lo scoppio.
Nei giorni successivi l'esplosione è montata la polemica sull'operato di polizia ed esercito dispiegati sul posto per cercare di impedire il saccheggio del carburante. Tanto il presidente quanto i responsabili della Difesa hanno difeso l'operato delle forze di sicurezza spiegando che dopo aver tentato di dissuadere la folla hanno evitato di intervenire "in maniera violenta" causando ulteriori tensioni. In discussione anche l'operato della compagnia energetica Pemex, in particolare per i tempi con cui avrebbe informato le autorità della falla in atto, del momento in cui avrebbe interrotto il flusso di carburante. "È un tema fondamentale, la cronologia dei fatti dovrà essere assolutamente chiara e precisa", ha detto il procuratore Gertz Manero in conferenza stampa.
L'esplosione riporta inoltre l'attenzione del paese sulla strategia che il governo del presidente Andres Manuel Lopez Obrador ha adottato per contrastare il furto di carburanti portato avanti dai cosiddetti "huachicoleros". A dicembre, il capo di stato ha deciso di assegnare a oltre 4000 elementi di Esercito, Marina e polizia, il presidio della rete di oleodotti e delle principali strutture di distribuzione e immagazzinamento della Pemex. Operazioni che possono contare anche con il contributo della Forza aerea. Quindi ha deciso di interrompere la distribuzione delle benzine in alcuni segmenti della rete, ogni volta che si registrano puntuali cali di pressione nel pompaggio, indice di un possibile furto in atto. Il presidente denuncia inoltre il fatto che autorità di governo e della compagnia petrolifera statale Pemex hanno a vario titolo coperto o agevolato per anni i furti. Secondo Lopez Obrador la dinamica criminale ha prodotto ogni anno la perdita di circa 60 miliardi di pesos, l'equivalente di oltre tre miliardi di dollari statunitensi.
Al momento, nelle zone in cui gli oleodotti sono chiusi, i combustibili vengono trasportati con un impiego massiccio di autocisterne. A questo scopo, il governo messicano ha acquistato 571 autocisterne da diverse imprese degli Stati Uniti, per una spesa complessiva di 85 milioni di dollari. L'acquisto, prima tranche di un investimento che dovrà garantire ulteriori 136 mezzi, è stato perfezionato da una delegazione di governo guidata dal ministro degli Esteri Marcelo Ebrard. Secondo il presidente, le autocisterne garantiranno entro fine marzo la distribuzione di 116mila barili al giorno di petrolio.

agenzianova.com

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