Venerdì scorso 50mila persone hanno manifestato a Bratislava contro il governo socialdemocratico guidato da Robert Fico. Kalinak ha mentito sui rapporti del Governo con gli italiani sospettati, arrestati e poi rilasciati, di avere avuto un ruolo sull'assassinio del giornalista
di Giuliano Foschini
Roma. L'omicidio del giornalista slovacco Jan Kuciak apre ufficialmente la crisi di governo in Slovacchia. Stamattina il ministro dell'Interno Robert Kalinak si è dimesso, travolto dalle rivolta di piazza: venerdì 50 mila persone avevano manifestato a Bratislava contro il governo socialdemocratico guidato da Robert Fico.
Kalinak ha mentito sui rapporti del Governo con gli italiani, sospettati (arrestati e poi rilasciati) di avere avuto un ruolo sull'omicidio Kuciak: Repubblica aveva documentato come il governo slovacco sapesse - sulla base di un'informativa della Dia del 2014 - dei rapporti di Antonino Vadalà, il calabrese trapiantato a Bratislava da dieci anni, con alcune famiglie 'ndranghetiste calabresi. Di più, gli stessi slovacchi avevano sospettato che Vadalà avesse creato una 'ndrina in Slovacchia attraverso la quale aveva cominciato a gestire milioni e milioni di euro di foni europei.
Vadalà era entrato poi in affari con persone vicine al premier Fico, poi costrette alle dimissioni, come aveva raccontato Kuciak, giornalista di Aktuality, nella prima parte dell'inchiesta che aveva consegnato prima di essere ammazzato il 22 febbraio insieme con la sua fidanzata.
Le indagini sulla morte di Kuciak sembrano andare al rallentatore e la famiglia, proprio per mancanza di fiducia nei confronti del Governo, che fossero sovraintese da una polizia e un organismo internazionale. Vadalà è libero e sta rilasciando alcune interviste ai giornali locali nelle quali attacca e minaccia ripetutamente Repubblica. "Hanno detto il falso su di me" ha detto. "Ne pagheranno le conseguenze". Sostiene ci sia stato uno scambio di persona.
"La Direzione investigativa antimafia si riferiva a un mio omonimo". Invece l'informativa che la Dia ha inviato tre anni fa alla polizia slovacca è proprio su di lui: Antonino Vadalà, nato il 20 aprile del 1975. Kalinak lo sapeva e per questp non ha potuto che dimettersi. "Lo faccio - ha detto - per salvaguardare la stabilità politica del paese".
repubblica.it
Foto © Reuters/Radovan Stoklasa