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martinelli ricardo"Non è un tangentaro, ma un gaudente come Berlusconi", così  l'ex editore e direttore dell'Avanti, parlava di uno dei suoi amici più influenti, il discusso capo di Stato panamense
di Dario Del Porto
L'Interpol ha messo fine all'esilio dorato a Miami dell'ex presidente panamense Ricardo Martinelli. L'esponente politico centroamericano, divento celebre in Italia per i controversi affari con l'ex direttore ed editore dell'Avanti Valter Lavitola, è stato arrestato in Florida dalla polizia statunitense, come riportato dalle agenzie di stampa internazionali e confermato dai suoi avvocati. Martinelli, che è stato presidente tra il 2009 e il 2014, è accusato di intercettazioni illegali ai danni di oppositori politici. Si sarebbe servito anche di un dispositivo israeliano per controllare i suoi concittadini.

"Non è un tangentaro, ma un gaudente come Berlusconi". Così, interrogato in carcere dai magistrati napoletani la sera del 12 aprile 2012, lo definiva Lavitola, con il quale per anni aveva gestito interessi milionari prima che entrambi venissero travolti dalle inchieste giudiziarie. Per i suoi rapporti con Martinelli, Lavitola deve ancora affrontare un processo, l'ennesimo, istruito dai Pm di Napoli Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli: a novembre è fissata l'udienza preliminare che vede l'imprenditore napoletano di corruzione internazionale per l'appalto riguardante la realizzazione di quattro carceri modulari a Panama.

Una commessa da 76 milioni di dollari che avrebbe dovuto essere effettuata nell'ambito dell'accordo intergovernativo sulla sicurezza fra Italia e Panama. Secondo l'accusa, al presidente Martinelli, all'allora ministro della giustizia del paese centroamericani e ad altri politici locali sarebbe stata promessa una tangente di 20 milioni di dollari e la fornitura di un elicottero con interni in pelle Hermes. Nella ricostruzione della procura, a Martinelli sarebbero state poi materialmente versate su indicazione di Lavitola tre somme di danaro in tre distinte occasioni: 64 mila dollari in contanti consegnati tra ottobre e novembre 2010 a un suo cugino omonimo, Frank Martinelli, altri 60 mila dollari bonificati su un conto a Miami intestato a un imprenditore ritenuto vicino al leader politico e 530 mila euro versati su un conto in Brasile e ritenuti destinati a Martinelli e al suo entourage.

Assistito dagli avvocati Marianna Febbraio e Sergio Cola, Lavitola si prepara a difendersi in udienza preliminare dall'accusa di corruzione internazionale di cui invece Martinelli non risponde perché la legge impedisce di processare in Italia il pubblico ufficiale di uno stato estero accusato di questo reato.

La Procura di Napoli però indaga ancora sull'ex presidente per un'altra vicenda, la presunta tentata estorsione ai danni di Impregilo, per la quale Lavitola ha riportato già una condanna in primo grado. Attraverso Lavitola, Martinelli aveva reclamato dall' azienda italiana la costruzione di un ospedale pediatrico in base a un impegno informale che a suo avviso era stato assunto al momento della partecipazione alla gara per la realizzazione del metrò nel paese centroamericano.

A farsi "ambasciatore" di questa richiesta era stato il premier italiano dell'epoca, Silvio Berlusconi, che sarà sentito come teste nel processo a carico di Lavitola. La sera del 2 agosto 2011, dieci minuti alle 20, Berlusconi telefonò a Massimo Ponzellini, in quel momento numero uno di Impregilo: "Sulla questione ospedali dovete trovare l' accordo con Panama - disse Berlusconi nella conversazione intercettata - Altrimenti il presidente del Panama rilascerà alle 19.30 di questa sera ora panamense una dichiarazione per bloccare l'opera di Impregilo sullo stretto con grave tracollo pensano conseguente in borsa per Impregilo. Io ti passo l' informazione così come me l' hanno lasciata scritta a seguito questo qui è quel tale Lavitola, no, amico del presidente di Panama. Mi ha telefonato sei volte, mi ha trovato alla fine mi ha lasciato detto questo".

Per il caso delle intercettazioni illegali, la Corte di Giustizia panamense aveva Chievo l'arresto di Martinelli il 21 dicembre 2015. Ora anche per lui inizia una nuova storia.

napoli.repubblica.it

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