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javad-zarif-ali-akbar-salehi-c-ansa31 marzo 2015
Punti cruciali: sanzioni, uranio e durata dell'intesa. Riunione preliminare del gruppo 5+1 (senza i russi) in vista della nuova sessione plenaria. Il termine dei colloqui scade a mezzanotte ma gli iraniani non escludono un'intesa domani
Ore decisive oggi a Losanna per i negoziati sul programma nucleare iraniano: scade infatti oggi il termine per giungere a un accordo tra le sei potenze del 5+1 (i paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu più la Germania) e l'Iran. "Le possibilità sono elevate", ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, commentando l'ipotesi di concludere la trattativa nella città svizzera, dove è atteso nel pomeriggio per incontrare gli altri negoziatori. Ieri era tornato a Mosca, avvertendo che sarebbe stato tornato  se si fossero riaperte le possibilità di arrivare a un accordo.

"Le prospettive di questo round sono abbastanza buone - ha dichiarato Lavrov, citato da Ria Novosti - Le chance sono alte. Probabilmente non sono al 100% ma non si può mai essere certi al 100% di nulla. Ma queste chance sono del tutto realizzabili se nessuno dei partecipanti aumenterà la posta in gioco all'ultimo minuto, nella speranza di ottenere qualcosa in più invece di mantenere l'equilibrio degli interessi". Questo equilibrio di interessi, ha aggiunto, "al momento di sta formando". E ha aggiunto: "Le sanzioni del consiglio di sicurezza dell'Onu dovranno essere revocate dopo che il sestetto di mediatori e l'Iran raggiungeranno un accordo". Quanto alle sanzioni unilaterali contro Teheran, ha aggiunto, si tratta di una questione tra l'Iran e gli Stati che le hanno imposte.




Prima della riunione con il ministro degli Esteri dell'Iran Mohammad Javad Zarif c'è stata una consultazione tra i ministri del 5+1 e l'Alto rappresentante della politica estera dell'Ue, Federica Mogherini, che ha postato su Twitter delle foto della riunione.

mogherini-twitter
Ieri sera il segretario di Stato Usa John Kerry, a Losanna da giovedì scorso, aveva parlato di in "un piccolo spiraglio di luce" ma anche di "punti complicati" ancora da risolvere. Il viceministro degli Esteri iraniano Seyed Abbas Araqchi spera dal canto suo che "i negoziati possano concludersi martedì o mercoledì. Ma non ci sono garanzie. Rimangono alcune questioni su cui le due parti devono decidere".

L'obiettivo dei colloqui di Losanna è di giungere a un'intesa preliminare che garantisca la natura esclusivamente pacifica del programma nucleare iraniano in cambio di una revoca delle sanzioni economiche internazionali che colpiscono Teheran. La scadenza per un accordo finale e dettagliato è invece fissata per fine giugno.

Secondo fonti diplomatiche occidentali vicine ai colloqui sentite dal Wall Street Journal, le "chiavi" dell'accordo iraniano con gli Stati Uniti e le potenze occidentali sul programma nucleare sono nelle mani della guida suprema Ali Khamenei. Solo il grande ayatollah può davvero sbloccare il difficile negoziato, accettando un accordo che preveda una revoca non contestuale ma graduale delle sanzioni dell'Onu contro l'Iran. Secondo questa ricostruzione Khamenei avrebbe "ingabbiato" la posizione dei negoziatori iraniani, guidati dal ministro degli Esteri Javad Zarif, ponendo la condizione della firma di un'intesa solo a condizione di una revoca contestuale delle misure sanzionatorie ai danni di istituzioni, società e persone fisiche iraniane.

SCHEDA I punti chiave dell'intesa

Il gruppo 5+1 punta a uno stretto quadro di controllo delle attività nucleari di Teheran su almeno quindici anni, mentre la Repubblica islamica non vorrebbe impegnarsi per più di dieci anni, ha spiegato ieri una fonte occidentale. Per quanto riguarda la revoca contestuale delle sanzioni, è una condizione che non è considerata accettabile dagli Stati Uniti (e dalla Francia), che chiedono una sospensione graduale delle misure contro istituzioni, società e persone fisiche iraniane e la possibilità di un loro ripristino in caso di violazione dell'intesa. Su questo punto si registra un disaccordo anche all'interno dello stesso gruppo 5+1. Ad opporsi a questa ipotesi, è ad esempio la Russia. Mosca ritiene infatti che, in caso di violazione degli accordi, dovrebbe essere il Consiglio di sicurezza ad intervenire e non un meccanismo sanzionatorio reversibile. E analoga sarebbe la posizione della Cina. Entrambi i paesi sono membri permanenti del Consiglio Onu e, come tali, hanno potere di veto.

Spinosa resta, infine, la questione dell'uranio arricchito iraniano e del suo eventuale trasferimento in Russia. Questo, almeno, è quello che chiede il gruppo 5+1, perché domenica il vice ministro dell'interno di Teheran, Abbas Araqchi, ha escluso tale ipotesi. "L'esportazione delle scorte di uranio arricchito non è nel nostro programma e non intendiamo mandarle all'estero. Su questo non si tratta", ha spiegato il funzionario iraniano. Evidente, se non il disaccordo, almeno la confusione, alimentata tra l'altro dalle parole di un alto responsabile del dipartimento di Stato Usa, citato dal New York Times: "La questione di come devono essere smaltite le scorte dell'Iran non è ancora stata decisa in camera negoziale, neppure provvisoriamente".


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