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Lo annuncia la compagnia nipponica Tepco: la soglia, 18 volte più elevata rispetto ad appena dieci giorni fa, si attesta a 1.800 millisievert all'ora. L'Agenzia per la sicurezza nucleare ritocca la gravità dell'incidente al terzo grado
1° settembre 2013
TOKYO
- Non accenna a migliorare la situazione nell'area di Fukushima a oltre due anni dallo tsunami che ha devastato la regione nord-orientale del Giappone. La Tepco, la compagnia elettrica nipponica, ha infatti annunciato che il livello di radiazioni nei pressi del serbatoio che contiene acqua contaminata è 18 volte più alto rispetto al 22 agosto. La soglia registrata è di 1.800 millisievert all'ora, in particolare in uno di quattro siti nei pressi della zona.

Appena dieci giorni fa si attestava a 100 millisievert, già ampiamente sopra i livelli stabiliti dalla legge giapponese, che è di 50 millisievert per i lavoratori delle centrali. Tuttavia la Tepco ha reso noto che le precedenti rilevazioni erano state effettuate con macchinari in grado di registrare proprio un livello massimo di 100 millisievert. Nell'ultima è stato invece utilizzato un equipaggiamento più sofisticato, dal quale è appunto emerso il livello allarmante della contaminazione. In ogni caso pare che il picco improvviso sia legato a una perdita da una conduttura che collega due vasche di raffreddamento.

Sempre lo scorso mese l'operatore ha annunciato un'altra grana per il serbatoio: una perdita che ha spinto l'Agenzia per la sicurezza nucleare a elevare la gravità dell'incidente dal livello 1 (anomalia) al livello 3 (incidente grave). Insomma, il quadro torna a complicarsi: le tante conseguenze del devastante terremoto del Tohoku che ha provocato la fusione dei noccioli dei reattori 1, 2 e 3, e l'evacuazione di 160mila persone dalla zona, sembrano difficili da contenere.

repubblica.it

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