Da Kiev sembra attualmente in corso un raffreddamento dei toni bellicosi che hanno caratterizzato la leadership di Zelensky nei confronti dell’iniziativa negoziale di Donald Trump con Vladimir Putin.
"Ho avuto un incontro produttivo con Keith Kellogg. Una buona discussione, con molti dettagli importanti. Sono grato agli Stati Uniti per tutta l'assistenza e il sostegno bipartisan all'Ucraina e al popolo ucraino", ha commentato Zelensky su X, spiegando che "è importante per noi e per tutto il mondo libero che la forza americana venga percepita. Abbiamo avuto una conversazione dettagliata sulla situazione del campo di battaglia, sulle modalità di restituzione dei nostri prigionieri di guerra e sulle effettive garanzie di sicurezza… Fin dal primo secondo di questa guerra, l'Ucraina ha cercato la pace. Dobbiamo e possiamo garantire che la pace sia forte e duratura, in modo che la Russia non possa mai tornare con la guerra. L'Ucraina è pronta per un accordo di investimento e di sicurezza forte ed efficace con il Presidente degli Stati Uniti. Abbiamo proposto il modo più rapido e costruttivo per ottenere risultati. Il nostro team è pronto a lavorare 24 ore su 24, 7 giorni su 7".
In precedenza il leader ucraino si era mostrato non poco seccato dell’esclusione nei negoziati avvenuti a Riad tra la delegazione russa e quella americana. Aveva accusato il presidente americano di aiutare il leader russo a "uscire dall'isolamento" internazionale, ribadendo che nessuno potrà sostituirlo, attribuendo le accuse di impopolarità e illegittimità alla propaganda russa, di cui Trump sarebbe vittima.
Il tycoon, d’altra parte, l’aveva pesantemente scaricato definendolo un dittatore senza elezioni e un comico dal successo modesto: "E' riuscito a convincere gli Usa a spendere 350 miliardi di dollari, entrando in una guerra che non avrebbe potuto vincere e che non sarebbe mai dovuta iniziare: una guerra che, senza gli Stati Uniti e senza Donald Trump, non riuscirà mai a risolvere", ha scritto sulla piattaforma Thuth Social.
È sempre più evidente – come sostenuto anche da Bloomberg – che il presidente statunitense sta negoziando un ripristino dei rapporti con la Russia, utilizzando l'Ucraina come carta di scambio. Questo approccio spiega perché Kiev e l'Europa siano state escluse dai recenti colloqui di alto livello tra funzionari russi e statunitensi a Riyadh. L’obiettivo principale per Trump è ristabilire le relazioni bilaterali con Mosca ed è per questo che ha fatto concessioni significative alla Russia, tra cui l'esclusione dell'Ucraina dalla NATO e la richiesta di elezioni in tempo di guerra per rimuovere il presidente Volodymyr Zelensky, allineandosi alle richieste del Cremlino di "denazificazione" di Kiev.
La presenza di Kirill Dmitriev, direttore del Fondo sovrano russo e uomo di fiducia di Putin per gli investimenti energetici, a Riyadh sottolinea l'interesse russo nel recuperare le perdite economiche subite a causa delle sanzioni, valutate in 300 miliardi di dollari.
Secondo Dmitriev, le aziende statunitensi potrebbero tornare in Russia già nel secondo trimestre del 2025, nonostante le difficoltà nel riconquistare quote di mercato. Tra le 457 aziende americane attive in Russia prima dell'invasione del 2022, solo 23 operano ancora normalmente, mentre molte altre, come Exxon Mobil, hanno abbandonato il paese. Exxon, in modo particolare, avrebbe perso una quota del 30% in un progetto petrolifero nell'Estremo Oriente, valutato circa 4 miliardi di dollari, espropriata dallo stato russo.
Il segretario di Stato Marco Rubio, che ha evidenziato le "incredibili opportunità" di collaborazione geopolitica ed economica con il Cremlino una volta terminata la guerra, ha affermato che gli Stati Uniti non revocheranno le sanzioni fino a un accordo finale, ma questa posizione sembra più adatta a negoziare un ripristino dei rapporti con la Russia che a garantire un accordo favorevole all'Ucraina.
Nel frattempo, l’Ucraina è sotto pressione per la richiesta di Trump di cedere oltre il 50% delle entrate derivanti da risorse minerali, porti e infrastrutture ucraine in perpetuo, come "ricompensa" per gli aiuti statunitensi. In sostanza, le condizioni che i vincitori impongono ai perdenti come riparazioni di guerra. Una strategia apparentemente volta ad irrigidire la posizione di Kiev, permettendo a Trump di dipingerla come il problema, rafforzando la narrativa russa e marginalizzando l’Ucraina nel processo di pace. “Trump deve nascondere il fatto che gli Stati Uniti sono in ginocchio davanti a Mosca”, ha affermato in un video pubblicato sul suo canale You Tube, il professore associato alla LUISS, Alessandro Orsini.
Ma la posizione di Zelensky è sempre più precaria ed è consapevole che non potrà continuare la guerra a lungo, con o senza l’aiuto americano. Il capo dei Servizi segreti ucraini, Kyrylo Budanov, qualche settimana fa ha lanciato l’allarme sul fatto che se il Paese non raggiungerà un accordo entro l’estate, potrebbe di fatto morire come Stato. “Se non ci saranno negoziati seri entro l’estate, allora potrebbero generarsi processi molto pericolosi per l’esistenza stessa dell’Ucraina”.
Dello stesso avviso è il deputato ucraino, Oleksiy Goncharenko, secondo cui “il fronte comincerà a sgretolarsi” se i combattimenti continueranno a questo ritmo.
Nel mentre, il comitato di difesa della RADA ha già annunciato che Washington ha fermato la vendita di armi verso il Paese.
"Secondo le mie informazioni, (per quanto riguarda le – ndr) armi (dagli Stati Uniti), che sono state vendute (in Ucraina), le consegne si sono fermate. Quelle aziende che hanno dovuto trasferire (i sistemi bellici – ndr) ora stanno aspettando perché non ci sono soluzioni", sostiene il deputato Roman Kostenko.
Il mancato sostegno americano potrebbe risultare in breve tempo ancor più fatale per il Paese. Ne ha parlato il quotidiano Le Monde, secondo cui, in assenza di assistenza militare statunitense, l’Ucraina avrebbe fino a sei mesi di tempo, prima di un crollo generalizzato del fronte. Parole dell'ex primo vice generale Igor Romanenko, che aveva precisato durante la conferenza di Monaco che "l'Europa non può sostituire l'assistenza americana".
Ma “la Russia ha un enorme vantaggio numerico in termini di uomini e armi in Ucraina, e questo vantaggio rimarrà indipendentemente da ulteriori pacchetti di aiuti occidentali, ha ammesso il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D Vance che ha assicurato. "Riteniamo che la continuazione del conflitto sia dannosa per la Russia, dannosa per l'Ucraina, dannosa per l'Europa. Ma la cosa più importante è che è un male per gli Stati Uniti. Sulla base di questi fatti, dobbiamo cercare la pace e dobbiamo farlo ora".
La nuova amministrazione USA deve in sostanza gestire una pace onorevole per Washington prima che sia troppo tardi. D’altronde è lo stesso segretario generale della NATO, Mark Rutte, ad ammettere che Kiev non è nelle condizioni di negoziare da una posizione di forza e che la Russia in tre mesi, dal punto di vista militare, sta sfornando “quello che tutta la NATO sta producendo da Los Angeles fino ad Ankara in un anno intero”.
Le forze armate russe avanzano nella regione di Sumy
Nel Donbass l’avanzata russa non si ferma. Secondo Readovka le forze armate RF hanno compiuto un significativo progresso nella regione di Sumy, entrando nel territorio ucraino dopo la liberazione del villaggio di Sverdlikovo. Un movimento strategico, annunciato dal presidente russo Vladimir Putin, che mira a colpire le linee di rifornimento delle forze armate ucraine (APU) nella regione di confine di Kursk, indebolendo ulteriormente la capacità logistica del nemico.
L'avanzata russa nella regione di Sumy è focalizzata sul controllo della valle del fiume Lokni, un'arteria logistica cruciale per le forze ucraine. La valle, caratterizzata da una fitta vegetazione e una larghezza di oltre 100 metri, rappresenta un percorso ideale per il trasporto di rifornimenti da Sumy a Sudzha, dove vengono distribuiti alle unità ucraine.
Le forze russe intendono sfruttare questa posizione per colpire i convogli logistici ucraini, utilizzando sistemi anticarro come il Kornet e mortai per rendere la valle un'area insostenibile per il nemico. La distanza di circa 4 km tra la valle e l'autostrada principale rende questa zona un bersaglio ideale per le operazioni di interdizione logistica.
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