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La decisione arriva dopo la desecretazione di alcuni documenti, non sono presenti collegamenti diretti con il Cremlino

La Corte costituzionale romena ha annullato il ballottaggio delle elezioni presidenziali, previsto per domani, domenica 8 dicembre. La decisione è stata motivata da presunte ingerenze russe nei processi elettorali. I due candidati al ballottaggio, Calin Georgescu e Elena Lasconi, rappresentano visioni diametralmente opposte per il futuro della Romania e non solo. Georgescu, indipendente di estrema destra, è visto con preoccupazione da Bruxelles e Washington per le sue posizioni nazionaliste e filorusse, che includono un netto rifiuto del sostegno all'Ucraina nel contesto della guerra con la Russia. Dall'altra parte, Lasconi, ex giornalista televisiva e attuale sindaca, è una figura europeista e liberale, sostenuta dalle cancellerie occidentali. La crisi è iniziata con la declassificazione, avvenuta pochi giorni fa, di alcuni documenti del servizio di intelligence romeno, autorizzata dal presidente in carica Klaus Iohannis. Secondo i documenti declassificati, Georgescu avrebbe beneficiato di una campagna propagandistica avvenuta su TikTok e Telegram, con il fine di riuscire a influenzare l’elettorato. Pare che questa campagna, orchestrata dal Cremlino per orientare le scelte politiche di circa 19 milioni di persone, sia stata realizzata con un investimento relativamente modesto, pari a circa 400 mila euro: un piccolo dettaglio che aggiunge altra incertezza a una situazione già di per sé piuttosto confusa. Il servizio di intelligence romeno ha inoltre identificato oltre 85 mila attacchi informatici che - secondo quanto riportato da Reuters - avrebbero sfruttato le vulnerabilità del sistema per accedere ai dati, modificarli e mandare in crash la rete. Questi attacchi, proseguiti per diversi giorni, comprese le date delle elezioni e quelle successive, sarebbero partiti da ben 33 Paesi diversi. Per questo motivo - ha precisato lo stesso servizio di intelligence romeno - “appare piuttosto difficile attribuire la responsabilità a una singola nazione”. Quello che appare invece chiaro è il ruolo strategico della Romania dal punto di vista geopolitico, posizionata sul fianco orientale della NATO e al confine con l’Ucraina. Tornando alla decisione della Corte costituzionale di annullare il ballottaggio delle elezioni presidenziali, le reazioni maturate immediatamente dopo sono apparse piuttosto contrastanti. Georgescu ha definito l’annullamento un “colpo di Stato”, anche se non ha incitato i suoi sostenitori alla protesta. Dall'altra parte, Lasconi, pur criticando la sentenza, ha espresso fiducia in una sua eventuale vittoria. Tuttavia, il contesto elettorale era già apparso frammentato: al primo turno, Georgescu aveva ottenuto il maggior numero di voti (poco meno del 23%), seguito a breve distanza da Lasconi e dal primo ministro in carica Marcel Ciolacu, con percentuali appena sotto il 20%. In particolare, Georgescu ha trovato ampio sostegno nelle aree rurali e tra i romeni emigrati, mentre Lasconi ha attratto maggiormente l'elettorato urbano e filo-europeo.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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