Intanto il Pentagono si affretta ad inviare 500 missili all’Ucraina, ma nega gli ATACMS. Mosca stringe la sua morsa su Kurakhovo
Continua a risuonare nell’aria la nuova dottrina strategica di Washington che sta spingendo il piano per la vittoria totale ucraina su un binario morto. D’altra parte, nessun successo sarebbe realizzabile senza chiamare in causa una probabile escalation nucleare. Bryan Lanza, uno stratega del partito repubblicano, ha detto alla BBC che l’amministrazione Trump avrebbe chiesto al presidente ucraino Volodymyr Zelensky la sua versione di una “visione realistica per la pace”.
"E se il presidente Zelensky viene al tavolo e dice, beh, possiamo avere la pace solo se abbiamo la Crimea, ci mostra che non è serio… La Crimea è sparita”, ha sancito Lanza.
Intanto, l’amministrazione uscente sta investendo il possibile per alimentare l’affare della guerra europea ancora per qualche tempo. Il Wall Street Journal, citando una fonte dell’amministrazione Biden ha riferito che il Pentagono invierà 500 missili intercettori in Ucraina per i sistemi di difesa aerea a medio raggio Nasams e Patriot. L’obiettivo è riuscire nell’impresa prima che Trump arrivi ufficialmente alla Casa Bianca.
Al contempo, sempre il WSJ, sostiene che il Dipartimento della Difesa avrebbe negato all'Ucraina la priorità sulla fornitura dei sistemi missilistici ATACMS, a lungo raggio. Il piano della vittoria per colpire in profondità il territorio russo è dunque rimandato a data da destinarsi.
In precedenza, la stessa testata, citando alcuni consiglieri di Trump aveva rivelato come il piano di pace del tycoon contemplerebbe un congelamento della guerra, con la cessione del 20% del territorio ucraino alla Russia e la sospensione dell’adesione dell’Ucraina alla NATO per almeno 20 anni. In cambio, gli Stati Uniti continuerebbero a fornire armi all’Ucraina, ma il peso delle forniture militari verrebbe trasferito all'Europa. Il piano include anche la creazione di una zona smilitarizzata di oltre 1.200 chilometri lungo la linea del fronte, sorvegliata da forze di pace non statunitensi.
Al contempo Vladimir Putin, al Club Valdai a Sochi, si è mostrato aperto a dialogare con il nuovo inquilino della Casa Bianca in merito alle sue proposte per la cessazione delle ostilità, pur evidenziando come il desiderio americano di sconfiggere strategicamente la Russia complichi ogni trattativa.
Mosca stringe la sua morsa su Kurakhovo
“Una delle più potenti offensive russe” dall’inizio della guerra. Questa è la constatazione del capo di stato maggiore dell’esercito ucraino secondo cui, solo nella giornata di venerdì, si sono verificati 171 scontri sulla linea di contatto, con gli attacchi più intensi segnalati nelle direzioni di Pokrovsk e Kurakhovo.
In quest’ultima direzione, secondo il colonnello delle Forze armate ucraine, Vladyslav Seleznyov, si è sviluppata una situazione molto difficile, che tende al peggioramento.
"Da sud gli occupanti spingono allo stesso modo e iniziano a formare una cosiddetta testa di ponte per ulteriori attacchi. Inoltre non si sa con certezza dove si concentreranno esattamente gli sforzi del nemico, se su Kurakhovo o a ovest di questo insediamento", ha detto al quotidiano ucraino Espresso, specificando che i russi occupavano praticamente tutti i territori situati a nord del bacino idrico della città, formando così una "morsa settentrionale" attorno alla guarnigione ucraina.
Secondo Seleznyov, Mosca sta creando i presupposti per poter occupare Konstantinopolske, che si trova a ovest di Kurakhovo, e circondare così completamente la guarnigione ucraina sia in città che nei suoi sobborghi.
Ha inoltre osservato che alcune unità ausiliarie vengono ora trasferite in questa zona, ma non è chiaro se ciò influenzerà la situazione, poiché Mosca dispone di molte forze.
"E qui ci troviamo di fronte a un altro problema, perché c'erano illusioni e aspettative sull'esaurimento delle forze nemiche entro ottobre, ma il nemico continua attive azioni offensive su almeno sette aree del fronte. Cioè, non dovremmo parlare di stagnazione sul campo di battaglia", ha concluso Seleznyov.
Di concerto, gli ultimi aggiornamenti del canale Deep State, che collabora con il servizio d’intelligence GUR, segnalano che le forze russe avanzano da est lungo l’autostrada che porta a Kurakhovo e verso il villaggio di Dalneye. Testimonianze locali, come quella di un combattente ucraino noto con il nome di "Muchnoy," confermano l’offensiva, sottolineando una temporanea pausa dell’avanzata russa, apparentemente per riorganizzare le forze, ma le truppe ucraine in questa zona si trovano in difficoltà e tentano di ritirarsi sempre in direzione di Dalneye, mentre i russi minacciano le linee difensive lungo il fiume Sukhie Yaly.
Al momento, la linea di accerchiamento russa si trova a meno di 17 km dalla chiusura completa attorno a Kurakhovo. Questo posizionamento consente all’artiglieria di colpire le comunicazioni e i rifornimenti ucraini sui fianchi settentrionale e meridionale, con il completo supporti dei droni, il cui raggio operativo copre quasi tutta l’area. A est di Kurakhovo, le truppe russe, con il sostegno di mezzi corazzati, continuano ad avanzare nella gola di Dolgaya, guadagnando terreno in vari punti.
Foto © Imagoeconomica
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