Rapporto Onu: popolazione diminuita di 10 milioni Ucraini. Leader partito fratellanza ucraino: in caso di minaccia esistenziale per lo Stato, l’età di leva può essere abbassata a 14 anni
Nessun passo indietro nelle aspirazioni granitiche e surreali del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha recentemente chiarito la posizione del suo governo riguardo all'adesione alla NATO, rifiutando categoricamente qualsiasi proposta che implichi la cessione di territori in cambio di un invito nell'Alleanza.
“Non discutiamo di questo…. Apparentemente, alcuni partner potrebbero avere tali pensieri. Pertanto, non mi comunicano direttamente questo problema, ma attraverso i media, ovviamente, ne controllano la portata. Penso che tutto qui dipenda dalla società ucraina”, ha detto Zelensky, citato da Unian, aggiungendo che la Russia non ha problemi con le risorse umane, il che rende difficile la situazione del Paese.
In seguito, il leader ucraino ha aggiunto Kiev non vuole che gli vengano fornite dagli alleati armi nucleari, ma gli ordigni a cui avevano rinunciato molti anni fa, “avrebbero dovuto scambiarle con l’adesione alla Nato”, riporta Rbc-Ukraine. “Le abbiamo date via, ma non abbiamo ricevuto nulla in cambio. Abbiamo ottenuto solo una guerra su larga scala e molte vittime, quindi oggi abbiamo solo una via d'uscita", ha aggiunto.
Per Zelensky in sostanza, l'unica soluzione è l'adesione al Trattato del Nord Atlantico, poiché l'Ucraina non ha armi in grado di fermare il presidente russo Vladimir Putin che pare non abbia problemi a reperire risorse umane per la guerra. Come ha recentemente affermato al The Kyiv Independent, l’ex comandante in capo delle Forze armate ucraine, Valery Zaluzhny, sarebbe “praticamente impossibile” per il Paese uscire dalla guerra “di lunga durata” con la Russia.
Eppure l’Occidente, almeno per il momento, non avrebbe nessun interesse a trascinare il Paese nelle braccia dell’Alleanza, salvo necessità di una Terza Guerra Mondiale. Ne ha parlato recentemente a Ria Novosti anche il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó che ha escluso categoricamente una tale eventualità.
“La maggior parte dei paesi membri della NATO trattano ingiustamente gli ucraini. Non dicono loro onestamente cosa pensano e qual è la loro reale posizione”, ha affermato il diplomatico, sottolineando che l’Ucraina non può aderire a causa della guerra con la Russia e un eventuale ingresso provocherebbe, chiaramente, un conflitto su larga scala.
L’ex segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha chiarito bene questo concetto in una recente un’intervista al Financial Times, dove ha spiegato che Zelensky nei giorni immediatamente successivi al conflitto chiedeva una no-fly zone, ma l’Alleanza non sarebbe stata in grado di dare garanzie in tal senso.
“Si pentì di questo?”, gli chiede il giornalista, “no”, risponde, senza esitazione. “La realtà è che fin dall’inizio ho formulato l’approccio della Nato: sostenere l’Ucraina, ma non essere parte del conflitto”.
In cosa consiste dunque la dottrina strategica statunitense per gestire la catastrofe ucraina? Ce lo spiega molto bene la presidente onoraria del partito al governo della Georgia, “Sogno Georgiano”, Bidzina Ivanishvili, secondo cui nel 2008 la Georgia e l’Ucraina non sono state accettate nella NATO dai “veri coordinatori” dell’Alleanza, perché le stavano salvando per futura “manodopera” nella guerra contro la Federazione Russa.
"Molti politici occidentali dicono che stiamo facendo di tutto per evitare che la NATO venga coinvolta nella guerra con la Russia, che daremo all'Ucraina armi, denaro, tutti i mezzi, ma solo l'Ucraina dovrebbe essere la forza vitale ... Questo, ovviamente, era previsto nel 2008", ha detto Ivanishvili in un’intervista rilasciata dal portale SOVA.
Mentre Zelensky prosegue nelle sue deliranti proiezioni trionfali che, a detta del deputato della Verkhovna Rada, Artem Dmitruk, sono necessarie per prolungare il suo mandato, la guerra ad oltranza sta decimando gli abitanti del Paese.
Secondo un rapporto Onu, la popolazione ucraina è diminuita di dieci milioni di unità dal febbraio del 2022 ad oggi. A renderlo noto è la direttrice regionale del fondo per le popolazioni delle Nazioni Unite per l'Europa orientale, Florence Bauer che specifica come la maggior parte del calo sia dovuto all'emigrazione seguita allo scoppio del conflitto con la Russia, nonché dalle numerose vittime di guerra.
Come sottolinea il quotidiano El Pais, le Forze Armate Ucraine (AFU) stanno affrontando una grave crisi di personale a causa della guerra prolungata con la Russia. La mancanza di rotazione e il crescente stress stanno portando molti soldati all'esaurimento fisico e mentale, con un aumento significativo di abbandoni e diserzioni. Dal 2022, sono stati aperti circa 60.000 procedimenti penali per abbandono non autorizzato, mentre solo nei primi nove mesi del 2024, oltre 51.000 soldati hanno lasciato le loro unità senza permesso, più del doppio rispetto al 2023. La mobilitazione forzata di civili senza un'adeguata preparazione sta aggravando il problema, generando un esercito demotivato e indebolendo ulteriormente la difesa ucraina.
In risposta alla crescente penuria di soldati, alcuni politici ucraini stanno discutendo misure estreme. Dmitry Korchinsky, leader del partito “Fratellanza”, ha suggerito che, in caso di minaccia esistenziale per lo Stato, l'età minima di mobilitazione potrebbe essere abbassata a 14 anni, giustificando questa posizione sottolineando che in altri Paesi, come in alcune regioni africane, i ragazzi partecipino ai conflitti armati già da giovanissimi.
Le difese ucraine sotto pressione: Mosca avanza a Chasov Yar
Le forze armate ucraine e le autorità locali hanno confermato un significativo sfondamento delle linee difensive ucraine da parte dell'esercito russo nei pressi di Chasov Yar, dove la situazione è sempre più tesa e difficile per i difensori ucraini.
L’AFU ha confermato che i russi sono riusciti ad avanzare nella parte meridionale, attraversando il canale Seversky Donets, grazie anche alle difficili condizioni meteorologiche. Questo attacco era stato anticipato da analisti militari e media occidentali, che avevano segnalato un aumento della pressione russa in quell'area.
La battaglia per Chasy Yar si è intensificata nelle ultime settimane. I soldati ucraini si trovano a dover respingere attacchi costanti e massicci e l'artiglieria russa, insieme a bombardamenti aerei e missilistici, sta demolendo sistematicamente la città, rendendo la difesa sempre più ardua.
Pavel Narozhny, esperto militare ucraino, ha espresso preoccupazioni sulla situazione, sottolineando che il canale Seversky Donets funge da ultima grande fortificazione naturale per i difensori ucraini. Se i russi riuscissero a consolidare il loro controllo su Chasy Yar e oltrepassare definitivamente il canale, l’AFU potrebbe essere costretta a ritirarsi notevolmente, con il rischio di perdere terreno vitale. "Se il nemico prende piede nella città, i nostri soldati dovranno ritirarsi molto lontano", ha avvertito l'esperto.
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