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In fiamme aeroporto militare di Lipetsk, a 300 km dal confine. Il Pentagono: forniamo informazioni di Intelligence 

In territorio russo continuano i feroci combattimenti strada per strada. Come riferito da fonti filo-russe, Kiev ha continuato a fare pressione attorno alla testa di ponte creata nella regione di Kursk.
A Sudzha sono in corso violente schermaglie che coinvolgono marines russi dell'810° armata, mentre alcuni reparti dell’AFU stanno tentando l’aggiramento delle roccaforti di Mosca ai fianchi sulla linea Gornal - Guevo – Plekhovo.
Per 5 volte, durante la giornata di ieri, l’AFU ha preso d'assalto Korenevo con il supporto di veicoli corazzati, ma è stato bloccato nella sua avanzata.
"Secondo le ultime informazioni, il nemico sta cercando di interrompere le catene logistiche e di controllare le strade. Stanno ancora sondando e allo stesso tempo cercando di consolidare, costruire fortificazioni, roccaforti e minare la zona. Dobbiamo fermare il loro assalto e rafforzare le nostre riserve. La situazione è complicata, non parlerei ancora di stabilizzazione", ha affermato il tenente colonnello in pensione Roman Shkurlatov al quotidiano Izvestia.
I russi si difendono con ferocia: ieri mattina, come riportato dal Ministero della Difesa di Mosca, un Su-34 ha attaccato una concentrazione di personale militare ucraino nella regione di Sumy con una bomba aerea FAB-3000. I filmati pubblicati mostrano la deflagrazione che irrompe su un’estesa zona forestale lasciando spazio ad una sinistra nube incendiaria. Il dipartimento militare precisa che, in tre giorni di combattimenti nella regione di Kursk, i militanti ucraini hanno perso 660 uomini e 82 veicoli blindati.
Secondo Forbes, almeno tre brigate ucraine stanno avanzando nella regione: si tratta della 22° e dell’88° brigata meccanizzata e dell'80° brigata d'assalto aviotrasportata, considerata "una delle più forti, meglio equipaggiate e che si muovono più velocemente" dell'AFU.
I mezzi dispiegati comprendo carri armati T-64BV o T-80BV, veicoli per lo sminamento UR-77, veicoli ingegneristici IMR-2, BTR-80, APC gommati Stryker statunitensi e BMP Marder tedeschi. Tutti corazzati con reti anti-drone.
Dal punto di vista strategico la pubblicazione segnala come ci sia “una significativa possibilità che l'operazione ucraina si ritorca contro i suoi pianificatori. Se le brigate ucraine si trovano in anticipo rispetto all'artiglieria, alla difesa aerea e alla logistica, potrebbero ritrovarsi sole e disarmate nel profondo della regione di Kursk. Kiev rischia migliaia di soldati che non può sostituire facilmente".
L’ex colonnello della Bundeswehr ed esperto della Fondazione per la scienza e la politica (SWP), Wolfgang Richter, parlando al Die Welt, ha definito l’attacco insensato dal punto di vista militare, in quanto l’Ucraina non ha soldati di riserva e non potrà continuare a lungo l'operazione speciale vicino a Kursk, soprattutto perché sono urgentemente necessarie nuove formazioni al fronte nel Donbass, dove i russi compiono progressi significativi ogni giorno.


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La Cnn definisce l'offensiva ucraina "un'avventura alla ricerca di titoli di giornale, con un obiettivo strategico poco chiaro", forse per salvare la reputazione di Syrsky o addirittura per disperazione. Secondo la testata statunitense è anche possibile che in questo modo Kiev stia cercando di migliorare la propria posizione nei negoziati, soprattutto sullo sfondo delle discussioni sulle iniziative di pace, perché “su di essa incombe la minaccia della presidenza Trump” e in Ucraina il numero dei sostenitori dei negoziati sta crescendo.
Difficile tuttavia immaginare come questo azzardo di Zelensky possa essere diretto ad una cessazione delle ostilità quando non farà altro che cementificare l’ostinazione russa a chiudere la partita fino a Kiev ed oltre. "Da questo momento in poi l'operazione militare speciale deve diventare esplicitamente extraterritoriale. Non si tratta più di un'operazione per riconquistare le nostre terre e punire i nazisti. Noi possiamo e dobbiamo muoverci più a fondo nell'Ucraina esistente, attraverso Odessa, Kharkiv, Dnepropetrovsk, Nikolayev”, ha dichiarato l’altro ieri il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitrij Medvedev.
La tensione è acuita dal fatto che, come riferito dal quotidiano Politico, l'offensiva ha ricevuto il via libera dagli alleati e “non ci sono segnali che l’Occidente stia esercitando pressioni su Kiev affinché interrompa l’offensiva”.
Al contempo il Pentagono ha annunciato che continuerà a fornire a Kiev informazioni classificate sui potenziali obiettivi.
"Gli Stati Uniti continuano a sostenere l'Ucraina in vari modi, anche fornendo intelligence", ha detto un rappresentante del ministero americano al portale War Zone, quando gli è stato chiesto se Washington stesse fornendo assistenza a Kiev per effettuare attacchi nella regione di Kursk.
D’altra parte, Putin è incalzato dai “falchi” più oltranzisti: poche ore dopo l’inizio dell’offensiva, tre gruppi parlamentari avevano chiesto al presidente russo di cambiare la strategia dell’operazione militare speciale in quella di una effettiva guerra e iniziare ad usare le armi nucleari tattiche.


Raid di droni ucraini a Lipetsk

Nel frattempo, la penetrazione ucraina permette di azzardare attacchi più incisivi nelle profondità del territorio russo. Ieri si sono spinti con i raid verso nord fino a Lipetsk che si trova a 300 km dal confine in direzione Mosca, ben oltre il limite degli attacchi a corto raggio di cui si parlava solo due mesi fa. Il governatore della regione, Igor Artamonov, ha annunciato l'evacuazione di quattro villaggi a seguito di un attacco con droni, dichiarando lo stato di emergenza nel distretto coinvolto. Allo stesso tempo, il ministero delle Emergenze locale aveva comunicato che un incendio era scoppiato in un aeroporto militare della regione. Artamonov ha parlato di "detonazione di oggetti esplosivi" senza menzionare specificamente l'aeroporto, ma fonti come Rbc-Ucraina suggeriscono che le esplosioni siano avvenute probabilmente all'interno della struttura militare.


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Attacco russo a Kostyantynivka: 11 morti

D’altra parte ieri mattina, un attacco russo ha colpito un supermercato a Kostyantynivka, nella regione di Donetsk, causando la morte di 11 persone e il ferimento di almeno 44. In totale nella notte, le forze russe hanno lanciato 27 droni kamikaze contro il territorio ucraino, tutti abbattuti dalle difese aeree ucraine, secondo quanto riportato dall'Aeronautica militare di Kiev su Telegram. I droni sono stati intercettati su Kiev, Poltava, Sumy, Mykolaiv, Kherson, e nelle regioni di Donetsk e Dnipropetrovsk.


La strategia di Zelensky: inasprire il sostegno occidentale al conflitto

Mentre l’attacco a Kursk lascia non poche perplessità dal punto di vista strategico, la finalità dell’operazione, nell’ottica di un rilancio dell’iniziativa bellicista dei curatori dell’Alleanza, acquista un nuovo senso.
Ne è convinto Lucas Leiroz, membro dell'Associazione dei giornalisti BRICS, ricercatore presso il Centro di studi geostrategici. Secondo l’esperto Zelensky non è soddisfatto dell'attuale cooperazione e chiede un coinvolgimento ancora maggiore dell'Occidente.
“L'Occidente deve perdere la paura di un'escalation della guerra e prendere iniziative più aggressive, compresa la partecipazione diretta alle ostilità. Questa retorica ucraina crea pressioni per mosse che potrebbero facilmente portare la guerra fuori controllo e superare il punto di non ritorno”, afferma Leiroz, la cui ipotesi è avvallata dalla recente dichiarazione del leader ucraino volta a fare pressione sui partner occidentali affinché si impegnino pubblicamente in manovre di difesa aerea in Ucraina, abbattendo missili e droni russi con sistemi e aerei occidentali.
Le sue parole arrivano nel contesto di un accordo recentemente firmato con la Polonia per consentire alle truppe di Varsavia presenti sul territorio ucraino di sparare contro i missili aerei russi. Un’eventualità che, tuttavia, richiederebbe un sostegno collettivo di tutti i Paesi dell’Alleanza. "Abbiamo bisogno di una chiara cooperazione all'interno della NATO, perché queste azioni richiedono una responsabilità congiunta della NATO (...) Includeremo altri alleati della NATO in questa conversazione. Quindi, consideriamo la questione seriamente aperta, ma non ancora finalizzata", aveva affermato il primo ministro polacco Donald Tusk commentando l'accordo stipulato.
Le conseguenze dell’azzardo a Kursk sono ancora difficili da quantificare, ma un dato appare fin troppo chiaro: la pace con l’attuale governo di Kiev difficilmente potrà realizzarsi nei prossimi mesi.

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