I familiari delle vittime: “Hanno commesso il peggior crimine della storia, dovrebbero ricevere la pena più severa”
I tre imputati per l’attentato dell’11 settembre 2001 hanno accettato di dichiararsi colpevoli delle accuse di cospirazione e di omicidio di quasi 3.000 persone. L’ammissione di colpa fatta da Khalid Shaikh Mohammed, Walid bin Attash e Mustafa al-Hawsawi ha evitato loro l’esito, quasi scontato, di un processo che avrebbe portato alla pena di morte presso il carcere di Guantanamo, il penitenziario istituito nel 2002 dal governo degli Stati Uniti successivamente all’attacco alle Torri Gemelle nel 2001. Il patteggiamento è stato approvato da un alto funzionario del Pentagono e ha portato alla chiusura di un processo che sarebbe potuto durare tra i 12 e i 18 mesi.
La reazione dei familiari delle vittime
Nella comunicazione inviata alle famiglie delle vittime, riportata dal “New York Times”, viene spiegato, infatti, che, in cambio della cancellazione della pena di morte come possibile punizione, “i tre imputati hanno accettato di dichiararsi colpevoli dei reati che gli sono contestati, compreso l'omicidio di 2.976 persone”. Tuttavia, alcuni dei familiari delle vittime hanno espresso il loro disappunto pubblicamente, come l'ex agente della polizia di New York, Jim Smith, che ha perso sua moglie negli attacchi. “Hanno commesso il peggior crimine della storia - ha detto Smith - e dovrebbero ricevere la pena più severa”. “Sono arrabbiata e delusa dal fatto che i nemici che hanno ucciso migliaia di americani siano ora in grado di aggirare il sistema giudiziario a loro beneficio”, ha sottolineato invece Kathy Vigiano, il cui marito è una delle vittime degli attacchi.
Fonte: Skytg24
Foto © Michael Foran/Flickr
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