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In un precedente articolo si dava notizia che il Tribunale del Riesame aveva annullato la custodia cautelare di Piero Erco, arrestato i primi di marzo insieme ad altre 19 persone nell’operazione della Dda nei confronti di alcuni soggetti ritenuti appartenenti alle famiglie Magione di Trabia Altavilla Milicia Cerda Caccamo e Termini a Imerese. In particolare il gip Lirio Conti aveva emesso ordinanza di custodia cautelare per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsioni, usura. Le indagini condotte dai carabinieri di Termini Imerese avevano preso origine dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia che dopo il processo Black Cat avevano deciso di collaborare con gli inquirenti.
Interrogato Erco aveva negato ogni contestazione dimostrando di essersi allontanato da anni dal territorio. La difesa aveva fatto ricorso al Tribunale del riesame di Palermo sostenendo l’assoluta mancanza di gravi indizi di colpevolezza e la inesistenza di esigenze cautelari. I legali hanno dimostrato che nel momento in cui si sarebbe tentata la estorsione Erco non era a Trabia e che non conosceva l’imprenditore; dai tabulati telefonici, inoltre, non è emerso alcun contatto tra Erco e la vittima. Il Tribunale del Riesame, accogliendo le argomentazione dei difensori, questa mattina ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare disponendo l’immediata liberazione dell’indagato.
Al contempo si dava per errore la notizia che ad accusare Erco erano stati Massimiliano Vallone e Andrea Lombardo.
Abbiamo ricevuto una richiesta di smentita da parte dei familiari di Massimiliano Vallone i quali fanno sapere che lo stesso non ha mai collaborato con nessuno e che attualmente è detenuto con misura cautelare in carcere.

Foto © Imagoeconomica

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