Fernandez ha confessato l’omicidio dopo averlo pianificato. Non ottiene il rito abbreviato chiesto dal suo legale
Salvatore Fernandez, reo confesso dell'omicidio del 45enne Giuseppe Incontrera, avvenuto il 30 giugno dello scorso anno alla Zisa in via Imperatrice Costanza, non può accedere al rito abbreviato. Secondo il gup Ermelinda Marfia, che ha disposto il rinvio a giudizio, Fernandez avrebbe pianificato l’uccisione di Incontrera con cura e nei dettagli. Fernandez, tramite il suo legale, l’avvocato Salvatore Ferrante, ha chiesto infatti di poter essere processato con il rito abbreviato e ottenere lo sconto di un terzo della pena, ma l’aggravante della premeditazione impedisce l’accesso al rito alternativo. Secondo la ricostruzione dell’accusa che ha impedito la richiesta di poter accedere al rito abbreviato, Fernandez, la mattina del 30 giugno 2022, ha affiancato a bordo di uno scooter Incontrera mentre era sulla sua bicicletta elettrica e lo ha ucciso con diversi colpi di arma da fuoco calibro 22. Quando Fernandez stesso si è costituito pochio giorni dopo l’omicidio, ha confessato: “Sono stato io, me ne assumo la responsabilità”, salvo avvalersi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia. Incontrera, in passato, è stato arrestato per spaccio di droga e per rapina, ma era anche vicinissimo ai Lo Presti e Di Giovanni, famiglie di spicco in seno al clan di Porta Nuova. All’interno di questo contesto, Incontrera si sarebbe occupato della gestione relativa allo smercio della droga. Fernandez, invece, è stato arrestato più volte in passato per vicende legate alla droga. Inoltre, è imparentato con il pentito Fabio Fernandez, autore nel 2011 del delitto di Giuseppe Calascibetta, boss di Santa Maria di Gesù. Inizialmente, il procuratore aggiunto Paolo Guido, insieme ai sostituti Giovanni Antoci, Gaspare Spedale e Luisa Bettiol, hanno collegato l'uccisione di Incontrera al probabile contesto mafioso. Tuttavia, il delitto sarebbe maturato per motivi diversi, mai chiariti dall’imputato. La Procura non ha contestato l'aggravante mafiosa e la famiglia della vittima non si è costituita parte civile.
Fonte: PalermoToday
Foto © Emanuele Di Stefano
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