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Si è concluso con 27 condanne, tra riduzioni di pena e conferme, e due assoluzioni il processo d'appello dell'operazione Provinciale, l'inchiesta che ha ricostruito e aggiornato le dinamiche mafiose di tre clan attivi in alcuni quartieri di Messina condotta dalla Direzione distrettuale antimafia. La corte d'appello della città dello Stretto ha condannato a 20 anni ciascuno, in continuazione con altre sentenze, i boss Giovanni Lo Duca e Giovanni De Luca, considerati riferimenti di vertice dei gruppi di Provinciale e Maregrosso mentre ha ridotto a 5 anni e 8 mesi la condanna per Salvatore Sparacio. In primo grado Sparacio era stato condannato a 20 anni: per l'accusa era un riferimento di vertice di un clan ma in appello i giudici hanno ridotto la pena disponendo la trasmissione degli atti alla procura affinché valuti la sua posizione quale partecipe dell'associazione mafiosa. La Corte ha anche disposto condanne che vanno dai 14 anni ai sei mesi per tutti gli altri. Il processo di primo grado con il rito abbreviato si era concluso nel marzo del 2022 con 29 condanne. Nel processo d'appello l'accusa rappresentata dal sostituto procuratore della Dda Liliana Todaro aveva chiesto per quasi tutti la conferma della sentenza di primo grado. L'operazione Provinciale, scattata ad aprile 2021 con 31 arresti, ruota attorno al gruppo del boss Giovanni Lo Duca del quartiere di Provinciale ma ha fatto luce anche sull'attività di Salvatore Sparacio e Giovani De Luca e su un giro dello spaccio di droga. Le indagini puntarono su estorsioni, traffico di droga e spedizioni punitive messe in atto per affermare l' egemonia sul territorio e controllare le attività economiche della zona o per recuperare i crediti derivanti sia dal traffico di sostanze stupefacenti che dalla gestione delle scommesse su competizioni sportive.

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