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I giudici della Corte d'Appello di Caltanissetta hanno assolto "perché il fatto non sussiste" il boss di Camastra, Rosario Meli, 75 anni, accusato di oltraggio a magistrato in udienza con l'aggravante del metodo mafioso. L'episodio, per il quale in primo grado era stato riconosciuto colpevole e condannato a un anno e otto mesi di reclusione, risale a sei anni fa e sarebbe avvenuto nell'aula bunker del carcere di contrada Petrusa dove era in corso il processo scaturito dall'operazione "Vultur" concluso poi con la sua condanna definitiva a 17 anni e 6 mesi con l'accusa di essere il capo della famiglia mafiosa di Camastra. Meli, durante un'udienza, avrebbe rivolto una serie di frasi, ritenute offensive, al magistrato della Dda di Palermo, Alessia Sinatra, a suo dire responsabile di un sopruso perché gli sarebbe stato negato un colloquio col figlio Vincenzo, anche lui detenuto e poi condannato a 14 anni e 6 mesi. Il procuratore generale aveva chiesto la conferma del verdetto mentre il difensore dell'imputato, l'avvocato Santo Lucia, aveva sostenuto che non era stata pronunciata alcuna frase offensiva ma si era trattato di "semplici manifestazioni di insofferenza". Nei mesi scorsi Meli ha rimediato una nuova condanna, a 8 mesi di reclusione, per avere insultato un poliziotto penitenziario. 

Foto © Imagoeconomica

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