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E' stato avviato, in Tribunale, a Marsala, il processo agli otto imputati rinviati a giudizio dal gup di Palermo Ermelinda Marfia nell'ambito del procedimento scaturito dall'operazione dei carabinieri "Hesperia", che lo scorso 6 settembre ha colpito le famiglie mafiose di Marsala, Mazara del Vallo e Campobello di Mazara (altri 27 imputati hanno scelto il rito abbreviato davanti al gup di Palermo). Il rito ordinario riguarda Filippo Aiello, di 76 anni, Lorenzo Catarinicchia, di 41, Vito De Vita, di 45, Stefano Putaggio, di 49, Antonino Lombardo, di 70, Riccardo Di Girolamo, di 44, tutti di Marsala, e Nicolò e Bartolomeo Macaddino, di 62 e 58 anni, di Mazara del Vallo. Gli ultimi due, insieme a De Vita, tramite i loro legali hanno chiesto l'abbreviato. Su questa richiesta il Tribunale si pronuncerà il prossimo 2 maggio. Lo scorso 23 marzo, davanti al gup Marfia, i pm della Dda (oltre alla Dessì, Gianluca De Leo, Pierangelo Padova e Alessia Sinatra) hanno invocato la condanna dei 27 imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Nell'indagine sono rimasti coinvolti presunti mafiosi e fiancheggiatori di Cosa Nostra, riportando in cella fedelissimi del boss Matteo Messina Denaro, come il 67enne capomafia campobellese Francesco Luppino. E la pena più severa (20 anni di carcere) è stata chiesta proprio per lui. E 20 anni sono stati chiesti anche per il marsalese Francesco Raia. L'indagine "Hesperia" è sfociata nell'arresto di 33 persone: 21 in carcere e 12 ai domiciliari. Tra loro, molti nomi noti della criminalità organizzata di Marsala, Mazara, Campobello di Mazara e Castelvetrano, ma anche diversi volti nuovi. Tra i primi, quello di Francesco Luppino, che era uscito dal carcere circa tre anni prima dopo aver scontato una lunga condanna per Mafia. Secondo l'accusa, si era rimesso all'opera per ricostituire la rete di relazioni di Cosa nostra tra Campobello di Mazara, Mazara, Castelvetrano e Marsala. Le accuse a vario titolo contestate agli indagati sono associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti (nelle aste al Tribunale di Marsala), reati in materia di stupefacenti, porto abusivo di armi, gioco d'azzardo e altro, tutti aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose.

Fonte: Ansa

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