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Sono legittimi gli atti che nell'aprile dello scorso anno portarono allo scioglimento del Comune di Trinitapoli, in provincia di Barletta-Andria-Trani, per presunti condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali. L'ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza con la quale ha respinto un ricorso proposto dall'ex Amministrazione comunale, con in testa l'ex sindaco Emanuele Pio Losapio. Con la prima ragione d'impugnativa si evidenziava l'illegittimità dello scioglimento per aver l'Amministrazione ignorato le molteplici iniziative da realizzate organi comunali per avversare le consorterie mafiose radicate sul territorio; con la seconda censura si sosteneva l'erroneità dell'assunto posto a base dello scioglimento di continuità tra le precedenti amministrazioni e quella composta dai ricorrenti; con l'ultimo motivo di ricorso si lamentava l'omessa valutazione delle azioni compiute dagli amministratori nel contrasto delle occupazioni abusive degli alloggi popolari e nel recupero di un immobile concesso in comodato ad un'associazione poi colpita da interdittiva antimafia. Il Tar, rammentando in termini generali che "il provvedimento di scioglimento è una misura straordinaria, di carattere non sanzionatorio bensì preventivo, per affrontare una situazione emergenziale e finalizzata alla salvaguardia dell'amministrazione pubblica di fronte alla pressione e all'influenza della criminalità organizzata" e che il sindacato del giudice amministrativo "è limitato ai casi macroscopici di eccesso di potere, quali il travisamento di fatto, il difetto dei presupposti ovvero la patente illogicità", ha osservato come "gli argomenti di parte ricorrente non siano in grado di infirmare la ricostruzione e le valutazioni operate dal Governo". In più "non colgono nel segno le censure sollevate dalla parte ricorrente che si basano su una lettura parziale e frammentaria dei dati, omettendone alcuni di chiara rilevanza ed enfatizzandone altri di nessun interesse". Alla fine, per i giudici "appare evidente l'assoluta assenza delle condizioni necessarie per poter garantire il buon andamento e l'imparzialità delle amministrazioni comunali e la corretta gestione dei servizi: di conseguenza, pienamente giustificato è l'intervento degli organi statali finalizzato a ristabilire le minime condizioni di legalità necessario al corretto funzionamento della macchina burocratica comunale".

Fonte: Ansa 

Foto © Imagoeconomica

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