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"Se il numero dei detenuti al carcere duro del 41-bis è oggi circa il doppio rispetto agli anni in cui venivano arrestati i boss delle stragi di mafia, come rilevato anche dal magistrato Alfonso Sabella, è perché da tempo i circuiti ordinari, anche dell'alta sicurezza, non offrono più adeguate garanzie soprattutto a riguardo dell'interruzione dei collegamenti con l'esterno, ma pure rispetto ai traffici interni alle carceri. Anche nell'alta sicurezza, del resto, non sono affatto rari i rinvenimenti di smartphone e telefoni cellulari. Pure per questo in diversi casi l'autorità giudiziaria è costretta a richiedere l'applicazione del 41-bis". Lo afferma Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria. "Da tempo, nostro malgrado, i circuiti ordinari, sia a media sia ad alta sicurezza, risentono dell'approssimazione con cui la politica ha approcciato alle carceri, che sono state private delle risorse umane, tecnologiche, strumentali e finanziarie per assolvere a tutte le funzioni a esse demandate. Il paradosso che ne risulta è che i penitenziari, allo stato attuale, non garantiscono né sicurezza né risocializzazione né umanità. Niente di più distante a ciò che vorrebbe l'art. 27 della Carta costituzionale" prosegue. "Peraltro, queste cose, e tante altre, le abbiamo riferite pure alla Commissione Parlamentare antimafia che ci ha auditi già nell'aprile del 2021. Per ridurre il ricorso al regime di cui all'art. 41-bis dell'ordinamento penitenziario è dunque necessario ripristinare adeguati livelli di sicurezza degli altri circuiti attraverso il potenziamento degli organici della Polizia penitenziaria e la dotazione e l'efficientamento di strumentazioni ed equipaggiamenti, ma anche mediante una nuova organizzazione complessiva che richiede riforme strutturali e urgenti. Auspichiamo, pertanto, che quando non si parlerà più dei detenuti Alfredo Cospito e Matteo Messina Denaro non scemi, come sempre in passato, l'attenzione della politica e vi sia consequenzialità a tutte le affermazioni che si sentono in questi giorni sia dalla maggioranza di governo sia dall'opposizione". 

Foto © Imagoeconomica

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