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Un "certo immobilismo" da parte dei vertici della Procura di Milano, la "assenza di deleghe di indagini" e la "velocità diversa a seconda dei procedimenti" possono essere stati "intesi" dal pm Paolo Storari come "pericolosi per lo sviluppo delle indagini e per le sorti del procedimento" sulle dichiarazioni di Piero Amara sulla presunta 'loggia Ungheria'. Lo scrive la Corte d'Appello di Brescia nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso novembre ha confermato per il pm milanese l'assoluzione in abbreviato dall'accusa di rivelazione di segreto d'ufficio per il caso dei verbali dell'ex legale esterno dell'Eni. Storari consegnò quei verbali all'allora componente del Csm Piercamillo Davigo (a processo con rito ordinario) nell'aprile 2020 e ha sempre sostenuto che lo fece per autotutelarsi dall'inerzia dei vertici della Procura milanese in merito alle indagini su quelle dichiarazioni ritenute molto gravi, rese a lui e all'aggiunto Laura Pedio, tra il dicembre 2019 e il gennaio successivo, nell'ambito del procedimento sul cosiddetto 'falso complotto Eni'. E la Corte bresciana (Mazza-Milesi-Nappo) nelle 53 pagine di motivazioni accoglie la ricostruzione di Storari, difeso dal legale Paolo Della Sala. E spiega che il fatto che l'allora capo della Procura Francesco Greco e l'aggiunto Pedio siano stati archiviati, sempre a Brescia, per l'accusa di "omissione di atti di ufficio" su presunti ritardi nelle indagini sulle parole di Amara, non scalfisce "però il fatto che un certo immobilismo" dei vertici possa essere stato ritenuto dal pm Storari dannoso per le indagini che dovevano "approfondire" quelle dichiarazioni anche per "verificarne la natura calunniosa". Storari, secondo la Corte, poteva "recepire l'esistenza di una linea dell'Ufficio tesa a dare assoluta prevalenza, a discapito di altri accertamenti", alla "conclusione" del processo Eni-Nigeria. Linea in cui tra l'altro "sembrava darsi credito proprio a talune dichiarazioni di Amara". Processo poi finito con 15 assoluzioni definitive. E, sempre a detta della Corte, ci fu da parte di Storari un "sicuro affidamento" nei confronti di Davigo, quando gli disse che poteva "legittimamente" consegnargli quei verbali come "persona autorizzata a ricevere la notizia coperta da segreto investigativo".

Fonte: ANSA

Foto © Imagoeconomica

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