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Le Sezioni Unite della Cassazione hanno accolto la richiesta dei cinque ex consiglieri togati del Csm coinvolti nello scandalo sulle procure seguito alla riunione del 9 maggio 2019 all'hotel Champagne di Roma e sanzionati con la sospensione dalle funzioni e dallo stipendio per periodi tra un anno e mezzo e nove mesi, di rinviare a nuova data la trattazione dei loro ricorsi contro la sanzione disciplinare in attesa di conoscere la decisione della Consulta sull'utilizzabilità o meno delle intercettazioni di Cosimo Ferri. I cinque ex consiglieri sono Corrado Cartoni, Paolo CriscuoliAntonio Lepre, Gianluigi Morlini, e Luigi Spina, che ''hanno richiesto il differimento della trattazione del procedimento a nuovo ruolo per la pendenza davanti alla Corte Costituzionale del giudizio sul conflitto di attribuzione sollevato dalla Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura contro la delibera della Camera dei deputati negatoria dell'autorizzazione all'utilizzazione di intercettazioni /captazioni nel procedimento disciplinare riguardante il magistrato e deputato Cosimo Maria Ferri" si legge nella sentenza. Per i supremi giudici "appare opportuno attendere la decisione della Corte Costituzionale in detto procedimento, con ogni riserva di valutarne gli effetti nel presente giudizio, con specifico riguardo alle censure in questione". Dall'ordinanza del Csm del 23 marzo 2022 "emerge con evidenza che si tratta sostanzialmente del medesimo materiale, relativo alle intercettazioni/captazioni, che è stato valorizzato nella sentenza impugnata, essendo le correlate statuizioni oggetto di plurime censure sviluppate nei ricorsi'' avanzati dalle difese. I cinque ex togati hanno chiesto alla Cassazione ''di pronunciarsi sulla legittimità e sulla congruità motivazionale dell'affermazione della sentenza impugnata di utilizzabilità del materiale probatorio riguardante anche un soggetto investito del mandato parlamentare, ossia appunto Ferri". 

Fonte: Adnkronos

Foto © Imagoeconomica

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