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Alla carriera accademica ha affiancato diversi incarichi pubblici: dall'Antitrust al Consiglio Superiore per i Beni culturali

Marco D’Alberti, il consigliere giuridico di Mario Draghi a Palazzo Chigi è stato nominato nuovo giudice della Corte costituzionale. A nominarlo, per sostituire Giuliano Amato alla Consulta, è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’ex premier cessa dalle sue funzioni il prossimo 18 settembre. Il decreto di nomina è stato controfirmato dallo stesso Draghi, che si è avvalso della consulenza di D’Alberti fino a oggi. Il neo giudice costituzionale presterà giuramento martedì 20 settembre al Quirinale.
Oltre a essere consigliere giuridico del premier, D’Alberti è anche componente del Consiglio Superiore della Banca d’Italia. Romano, 74 anni, dal 2019 professore emerito di diritto amministrativo all’università Sapienza di Roma, dove si era laureato negli anni Settanta. Nello stesso ateneo è stato assistente di Massimo Severo Giannini, poi è stato docente, dal 1978 al 1992, nelle Università di Camerino, Urbino, Ancona, alla Scuola superiore della pubblica amministrazione, alla Luiss. Quindi è tornato alla Sapienza a Scienze Politiche (dal 1992 al 1997 e dal 2004 al 2007) e a Giurisprudenza (dal 2007 al 2018). È membro dell’Académie internationale de droit comparé , del Board of Directors of the European Public Law Organization, e del Council of the International Society of Public Law. Una carriera quella universitaria che si è intrecciata con incarichi pubblici. Dal 1997 al 2004 è stato componente dell’Antitrust. Nel 2013 ha presieduto la Commissione per il Rilancio dei beni culturali e del turismo. Nel triennio 2019-2022 ha presieduto il Consiglio Superiore per i Beni culturali e Paesaggistici. Ed è attualmente componente del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. D’Alberti s’insedierà formalmente il giorno in cui salirà al Colle dove giurerà alla presenza del Capo dello Stato. Come primo impegno, D’Alberti voterà per il nuovo presidente della Corte che prenderà il posto di Giuliano Amato. A questo punto la Consulta conta 11 giudici "maschi" e 4 donne. E tutti metteranno nell'urna il nome del presidente prescelto.

Foto © Imagoeconomica

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