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Nessuna illegittimità nella delibera con la quale il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura a meta' febbraio 2020 ha conferito a Piero Capizzoto l'Ufficio direttivo di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Massa. L'ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza con la quale ha respinto un ricorso proposto due anni orsono dal Sostituto procuratore di Pisa, Giancarlo Dominijanni. I giudici amministrativi, rinviando in premessa al quadro normativo di riferimento quanto al conferimento degli incarichi direttivi in rilievo e respingendo i motivi di ricorso procedurali, hanno ribadito che "la figura del prescelto è stata ricostruita sulla base di fonti di conoscenza oggettive, apprezzate in modo sostanziale, e risultanti inequivocabilmente dagli atti, come tali non contestabili o necessitanti di particolari conferme". Quanto poi alle contestazioni relative al merito del giudizio comparativo, secondo il Tar la delibera contestata "ben esplicita la prevalenza riconosciuta al controinteressato", il quale "vanta un'esperienza varia e consolidata nell'esercizio delle funzioni requirenti (svolte da piú di 26 anni) e che tale esperienza e' attestata da risultati di livello pregevole, sia sotto il profilo qualitativo che sotto quello quantitativo ed organizzativo". Anche da ciò, secondo i giudici, sarebbe "derivato un giudizio sinottico ed organico che ha individuato il candidato più idoneo, non già perché più anziano, ma perché connotato da una matura e solida esperienza specifica, confacente al posto messo ad interpello". In aggiunta poi "non può non ricordarsi che il Csm, nei giudizi comparativi di tal fatta e segnatamente nelle scelte dei candidati destinati a ricoprire gli incarichi direttivi, esercita un potere discrezionale, i cui esiti vanno esenti da censure, nei limiti in cui non presentino evidenti segni di irragionevolezza ovvero palesi travisamenti di fatti; evenienze che nel caso de quo non paiono sussistere".

Fonte: Ansa

Foto © Imagoeconomica

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