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Si è concluso con circa 200 anni di carcere il processo con rito abbreviato scaturito dall'operazione antimafia Caput Silente, contro la cosca di Leonforte. Secondo le accuse contestate, i 18 imputati avrebbero tentato di riorganizzare il gruppo mafioso che era stato decimato dopo l'operazione Homo Novus, contro il clan Fiorenza. La pena maggiore è stata inflitta a Gaetano Cocuzza, 19 anni e10 mesi; 18 anni e 11 mesi per Salvatore Mauceri; 11 anni e 2 mesi Alex Fiorenza detto “u’ stilista"; 11 anni e 1 mese a Saimon Fiorenza detto “u’ bufalu" e fratello di Alex. I Fiorenza hanno già una condanna per associazione di stampo mafioso passata in giudicato nel quale era stato coinvolto anche il padre Giovanni detto “u’ sapienti" e "sacchinedda". A Natale Cammarata inflitti 15 anni e 4 mesi; Salvatore La Delia 4 anni e 8 mesi; 10 anni a Salvatore Virzì; Antonino Calì, 9 anni 2 mesi; Nicola Guiso detto "Dario u lupu", 10 anni; Antonino Lo Grande 9 anni 10 mesi; Salvatore Piccione, a 9 anni 4 mesi; Pietro Piccione, 9 anni e 2 mesi; Umberto Pirronitto, 4 anni 8 mesi; Francesco Trovato, 9 anni 2 mesi; Salvatore Ilardi, 6 anni e 6 mesi; Angelo Costanzo di Catania, 7 anni 6 mesi, Alfio Nicolosi di Catania, 10 anni e 4 mesi; Mario Pastura di Catania 7 anni 6 mesi. Tra le accuse contestate a vario titolo dai Pm Santi Roberto Condorelli e Claudia Pasciuti, oltre all'associazione per delinquere di stampo mafioso, la minaccia ai danni di un imprenditore leonfortese, per cui sono stati condannati Alex Fiorenza e Cocuzza che avrebbero chiesto alla vittima 200 mila euro. L'imprenditore, che era stato minacciato di gravissime ritorsioni sul figlio, aveva però denunciato tutto alla polizia. Per l'accusa sarebbero stato chiesto il pizzo anche ad un barista ed al titolare di un luna park e perfino a due giovani che avevano messo a segno un furto ai quali sarebbe stata chiesta una percentuale sulla refurtiva. Ad alcuni imputati erano contesati anche reati legati allo spaccio di stupefacenti in particolare marijuana e cocaina che sarebbero state fornite dai tre imputati catanesi. Il gup di Caltanissetta Emanuela Carrabotta ha condannato Calì, Cammarata, Cocuzza, i Fiorenza, Guiso, Ilardi, La Delia, Lo Grande, Mauceri, Nicolosi, i Piccione, Pirronitto, Trovato e Virzì, in solido tra loro, al risarcimento dei danni alla Federazione delle associazioni antiracket italiane, dell'associazione Fai Leonforte ed al Comune di Leonforte, mentre solo Mauceri e La Delia dovranno risarcire una vittima costituita parte civile.

Fonte: Agi

Foto © Imagoeconomica

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