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La terza sezione del tribunale di Palermo ha assolto i cinque imputati del processo 'Maredolce 2', nella parte celebrata col rito ordinario. Il collegio presieduto da Fabrizio La Cascia, a latere Fabrizio Lo Forte e Emanuele Nicosia, ha ritenuto estranei alle accuse alcuni dei presunti appartenenti alle famiglie mafiose di Brancaccio e corso dei Mille. Tra gli scagionati Filippo Picone, difeso dall'avvocato Maria Cipollina: rispondeva di associazione mafiosa. Erano accusati di estorsione aggravata invece Francesco Salerno (assistito dall'avvocato Anna Pellegrino) e Giuseppe Di Fatta (assistito dagli avvocati Antonio Gargano e Riccardo Bellotta). I due, secondo la procura di Palermo, avrebbero taglieggiato la concessionaria Classic Car. Assolte pure Anna Gumina, difesa dagli avvocati Antonello D'Acquisto e Paolo Seminara (rispondeva di intestazione fittizia di beni) e Lidia Dama, difesa dall'avvocato Giuseppe Caltanissetta, accusata di episodi di falso. La difesa ha evidenziato come per quel che riguarda le estorsioni l'unico elemento portato dall'accusa fosse una intercettazione, dalla quale non soltanto non si capiva che gli interlocutori facessero riferimento ai due imputati Salerno e Di Fatta, ma neppure che stessero parlando di una estorsione. Anche il pentito Filippo Bisconti nella fase delle indagini non aveva riconosciuto in foto Di Fatta e in dibattimento lo aveva genericamente accusato di chiedere il pizzo. In sostanza, nel corso del dibattimento alcune delle certezze dell'accusa sono venute meno, perché le dichiarazioni dei collaboratori sono apparse viziate dalla cosiddetta progressione accusatoria. Anche le vittime dei reati, che erano prima indagate per favoreggiamento, dopo aver escluso di aver subito estorsioni, avevano ottenuto l'archiviazione e avevano potuto testimoniare. Naturalmente a favore dei propri presunti taglieggiatori.

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