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Cinque ergastoli e tre condanne. E' il verdetto emesso dalla Corte d'Assise di Caltanissetta nei confronti di altrettanti imputati appartenenti al clan Cammarata di Riesi arrestati nell'ambito dell'inchiesta antimafia "De Reditu". Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di sei omicidi e tre tentati omicidi commessi a Riesi nel corso della guerra di Mafia che imperversò negli anni novanta sul territorio, tra Stidda e Cosa nostra. Sono stati condannati all'ergastolo i boss Pino Cammarata e Francesco Cammarata, oltre che Franco Bellia, Gaetano Cammarata, tutti di Riesi e Salvatore Siciliano di Mazzarino. La Corte ha inoltre condannato a 18 anni il boss riesino Vincenzo Cammarata. Condannati a 16 anni di reclusione ciascuno Orazio Buonprincipio e Giovanni Tararà, anche loro di Riesi. Assolto Salvatore Salamone. Gli omicidi, risalenti al periodo compreso tra il '92 e il '98, sono quelli di Pino Ferraro, ucciso per avere offerto un passaggio alla moglie del boss Vincenzo Cammarata in un giorno di pioggia, Angelo Lauria, Michele Fantauzza, Gaetano Carmelo Pirrello e Andrea Pirrello a cui si aggiungono i tentati omicidi di Salvatore Pirrello, Tullio Lanza e Salvatore Pasqualino. 

Foto © Imagoeconomica

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