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Presentato un esposto dall’avvocato Fabio Repici

Quattro nuovi indagati per la nuova inchiesta della procura di Milano sul rapimento e l'omicidio della 18enne Cristina Mazzotti, cioè della prima donna, e della persona sino allora più giovane, a essere rapita 47 anni fa nella lunga stagione dell’Anonima sequestri al Nord Italia.
La notizia è stata riportata da alcuni quotidiani. I pm milanesi Alberto Nobili e Stefano Civardi, supportati dalla squadra Mobile, hanno contestato a 4 persone vicine alla 'Ndrangheta l'omicidio volontario della 18enne.  Cristina Mazzotti era stata rapita la sera dell'1 luglio 1975 fuori dalla sua villa di Eupilio (Como). Al padre della ragazza, Helios, erano stati chiesti 5 miliardi di lire di riscatto e dopo un mese l'uomo aveva raccimolato 1 miliardo e 50 milioni che poi aveva pagato. Il primo settembre del '75 una telefonata anonima aveva indicato ai carabinieri di scavare in una discarica di Galliate (Novara), dove poi era stato ritrovato il cadavere. Cristina era stata uccisa da un cocktail di farmaci. Un primo processo si era concluso a Novara con 13 condanne di cui otto ergastoli a carico di fiancheggiatori ma non degli esecutori materiali del sequestro finito in omicidio. Nel 2007 un'impronta digitale, grazie alla nuova banca dati, era stata attribuita Demetrio Latella. Il gip ne aveva respinto per mancanza di esigenze cautelari l'arresto chiesto dalla Procura di Torino, ma Latella aveva ammesso di essere stato uno dei sequestratori e chiamò in causa altre due persone. Il fascicolo (passato a Milano per competenza territoriale) era stato successivamente archiviato nel 2012: prescritti, per varie ragioni, il sequestro di persona e l'omicidio volontario aggravato. Nel frattempo, però, una sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione nel 2015 aveva indicato imprescrittibile il reato di omicidio volontario. Un esposto è stato quindi riproposto da Fabio Repici, già avvocato della famiglia Mazzotti.

Foto © Imagoeconomica

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