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Il rischio di "gravi problemi organizzativi per i Tribunali di sorveglianza che dovranno affrontare una mole di istanze non indifferente che si riverserà" e dunque la necessità di "potenziare l'impegno di spesa" per questi uffici "che dovranno gestire il carico senza risorse adeguate" anche perché "gli uffici di sorveglianza sono esclusi dal modulo organizzativo del processo con la non indifferente implementazione di risorse determinata dal nuovo piano legato al Recovery". A porre la questione è il segretario dell'Associazione nazionale magistrati, Salvatore Casciaro, nel corso dell'audizione in commissione Giustizia della Camera nell'ambito dell'esame del testo base approvato sull'accesso ai benefici penitenziari per i detenuti che non collaborino con la giustizia. Il presidente dell'Anm, Giuseppe Santalucia, ha posto l'accento sulla ridondanza delle formulazioni contenuta nel testo e su una "pesantezza espressiva che potrebbe rendere le norme di difficile applicazione" e ha definito "non giustificabile l'eliminazione della figura del collaboratore impossibile o irrilevante" e della "differenza tra chi non vuole collaborare e chi non può collaborare. Rispetto a oggi il collaboratore impossibile o irrilevante si trova soggetto alle restrizioni della mancata collaborazione con un trattamento deteriore. Se lo si vuole mantenere bisognerebbe prevedere una disciplina transitoria", ha suggerito. Inoltre, ha osservato, "le nuove norme riguardano gli ergastolani e i detenuti a pene temporanee quando richiedono i permessi premio. Residua la fascia di detenuti a pena temporanea che chiedono un beneficio diverso rispetto al permesso premio, occorrerebbe regolare anche questa fascia" per evitare il "rischio che la legge lasci irragionevolmente non regolata la fascia di detenuti non ergastolani ma con pena temporanea per l'accesso ad altri benefici".

Foto © Imagoeconomica

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