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La Corte d'Appello di Reggio Calabria, seconda sezione penale, ha emesso oggi la sentenza del processo Trash. Si tratta dell'appello del processo celebrato in abbreviato e scaturito dall'operazione condotta dalla Squadra Mobile, sfociata l'11 maggio 2017 con cinque fermi per presunti esponenti di vertice ed affiliati di rilievo della famiglia De Stefano di Reggio Calabria, ritenuti presunti responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione mafiosa e varie estorsioni aggravate dalla circostanza di aver agevolato la cosca della 'Ndrangheta reggina. L'indagine ha fatto luce sugli interessi economici e le modalità di infiltrazione nel lucroso settore imprenditoriale dello smaltimento dei rifiuti da parte della potente cosca di 'Ndrangheta dei De Stefano, egemone nella città di Reggio Calabria, sia in seno alla società a partecipazione pubblica Fata Morgana - creata dal Comune per la raccolta dei rifiuti nel comprensorio dell'A.T.O. (Ambito Territoriale Ottimale) n. 5 e dichiarata fallita in data 10.07.2012 - sia nel settore delle società private dell'indotto ad essa collegato.
I giudici di secondo grado hanno respinto l'appello della Procura nei confronti di Orazio De Stefano, dichiarando di conseguenza inammissibile l'appello incidentale di quest'ultimo, che vede confermata quindi la sua assoluzione in primo grado, nonostante il pm avesse invocato dinanzi al gup la condanna a 13 anni. Assolti perché il fatto non sussiste Vincenzo Torino (6 anni in primo grado) e Andrea Saraceno (14 anni in primo grado), difeso dagli avvocati Natale Polimeni e Manlio Morcella. Per gli altri appellanti sono stati emessi significativi sconti di pena.

Foto © Imagoeconomica

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