Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Il tribunale di Napoli Nord nel processo nato dall'indagine della Guardia di Finanza su un sistema di truffe realizzate ad Aversa (Caserta) con il cosiddetto "metodo Ponzi" ha emesso rispettivamente tre assoluzioni e una condanna. Il collegio giudicante presieduto da Giuseppe Cioffi, ha condannato il 73enne promotore finanziario Luigi Fiordiliso ad un anno e 6 mesi per esercizio abusivo della professione, assolvendolo invece per quasi tutti i capi di imputazione relativi alle truffe; solo un episodio di raggiro, per i giudici, è stato provato, ma nel tempo è scattata la prescrizione. Fiordiliso è stato condannato a risarcire in sede civile le parti civili costituite nel processo. Assoluzione piena invece per gli altri imputati Marcello Fiordiliso, Clementina Della Volpe e Antonio Della Volpe, rispettivamente figlio, moglie e cognato del 73enne promotore finanziario. Per tutti gli imputati la Procura aveva chiesto pene alte, in particolare dieci anni per Fiordiliso, 7 per il cognato e 4 per la moglie e il figlio. Per la Procura di Napoli Nord che ha coordinato le indagini della Guardia di Finanza e condotto l'accusa in aula, Fiordiliso (difeso dall’avvocato Filippo Trofino) e il cognato Antonio Della Volpe (difeso dal legale  Giuseppe Stellato) avrebbero truffato una cinquantina di persone prospettando loro investimenti da favola in titoli petroliferi o sul rame e facendosi consegnare i loro risparmi per quasi 3,5 milioni di euro; lo schema utilizzato era quello del cosiddetto "metodo Ponzi", un sistema di vendita fraudolenta in base al quale il rimborso degli interessi del capitale, versato dalle vittime, avviene mediante il flusso di danaro in entrata assicurato dai nuovi investitori. Tra le persone finite nella "trappola" l'ex senatore di Forza Italia, Pasquale Giuliano, che è riuscito a farsi riconsegnare da Fiordiliso i soldi investiti, 120mila euro, e persino un quadro dell'Ottocento napoletano, e non si è costituito in giudizio; c’è poi Teresa Di Bona, figlia di Antonio, vittima innocente di Camorra, ucciso nel 1992. La donna, è emerso, aveva avuto un rimborso dallo Stato di 80mila euro poi investito con Fiordiliso, di cui si fidava in quanto era molto amico del padre; la Di Bona si è costituita in un secondo processo a carico di Fiordiliso. La moglie di Fiordiliso, Clementina Della Volpe e il figlio Marcello (difesi da Alfredo Marrandino e Paolo Trofino) rispondevano invece di riciclaggio.

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos