La prima sezione della corte d'assise di Palermo ha condannato all'ergastolo Pietro Erco e a 25 anni Luca Mantia, entrambi ritenuti colpevoli dell'omicidio dell'imprenditore Vincenzo Urso, ucciso ad Altavilla Milicia (Palermo) nella notte tra il 24 e il 25 ottobre 2009.
Per lo stesso fatto erano stati condannati pure, in un altro processo e a pene inferiori, i collaboratori di giustizia Francesco e Andrea Lombardo, padre e figlio, che avevano avuto rispettivamente 12 anni e 10 anni e 6 mesi, con i benefici previsti per la collaborazione.
Un terzo pentito, Massimiliano Restivo, aveva avuto anche lui una pena molto contenuta: 8 anni.
Urso, ex fidanzato della figlia di Lombardo (sorella dell'altro imputato), aveva interrotto la propria relazione con la giovane: inizialmente era stata ritenuta questa la pista principale, lo sgarbo alla figlia di un capomafia. Poi, mentre Francesco Lombardo - ancora non "pentito" - entrava e usciva dal carcere con l'accusa di avere ordinato di sbarazzarsi dell'ex genero, era emerso un movente ben diverso, legato al mondo degli appalti e al fatto che la vittima scalpitasse un po' troppo per ottenere l'affidamento di lavori, togliendoli proprio ai Lombardo. Cosa confermata anche dagli stessi pentiti, ritenuti i mandanti del delitto. Erco e Mantia, secondo il collegio presieduto da Sergio Gulotta, che ieri ha accolto le richieste del pm Bruno Brucoli, sarebbero stati gli esecutori materiali dell'omicidio.
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Mafia: imprenditore ucciso perché sottraeva appalti, 2 condanne
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