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Si è forse persa per sempre la speranza di costruire a Librino il nuovo Tribunale, dopo che il TAR ha respinto la richiesta di sospensiva dei lavori.
Peccato. Perché sarebbe stata l’occasione di avvicinare alla città una periferia destinata per sempre ad essere uno squallido dormitorio.
La gran parte di noi magistrati - che non è mai stata a Librino - vedrebbe come vive un pezzo di mondo a cui ogni giorno in tribunale contestiamo di avere violato la legge. Trascorrerebbe un pò della sua giornata dove, insieme a tante famiglie normali, c’è anche chi ruba, spaccia o uccide con violenza, nel deserto dei servizi sociali e nell’assenza di Stato. Osserverebbe le scorribande di bambini senza casa e senza accudimento che giocano tra la sporcizia nel degrado; o di adolescenti che non troveranno a casa mamme che preparano la cena e forse neppure la cena.
Tutto questo non modificherebbe gli esiti dei processi, ma cambierebbe la prospettiva da cui guardiamo le persone. E qualcuno di quei ragazzi potrebbe innamorarsi della divisa o della toga se un pezzo di Stato che porta le insegne della legge avesse una sede lì, dove la legge viene violata. E invece no. I poliziotti verranno da fuori e saranno considerati invasori di un territorio che non interessa alla società che conta; ed i processi verranno celebrati in esilio, in un luogo distante, in cui abitanti ed istituzioni che vi risiedono guardano con sdegno l’autore di reato che viene dalle periferie. E taccio sul significato simbolico che avrà una giustizia rivolta alla periferia, ma gestita al centro e con vista mare. E allora per piacere, cari amministratori di ieri di oggi e di domani, se non siete capaci di mantenere ciò che promettete, abbiate tutti la dignità di smettere di annunciare che la prossima Questura, la prossima Prefettura, il prossimo palazzo di giustizia sarà costruito a Librino. Prendete coscienza che voi non avrete la forza di realizzarlo e le istituzioni e le loro corporazioni non hanno la voglia di metterci piede.

Tratto da: facebook.com/CataniaBene

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