Il Procuratore capo di Bologna, Amato: "Nuovo fascicolo? Stiamo lavorando"
Tutti gli atti processuali sulla Banda della Uno Bianca, l'organizzazione criminale che tra il 1987 e il 1994 colpì Bologna, la Romagna e le Marche uccidendo 24 persone e ferendone oltre 100, verranno digitalizzati. Un percorso che è iniziato in via ufficiale da ieri, giorno del ricordo delle vittime.
Infatti a Bologna il procuratore della Repubblica Giuseppe Amato ha consegnato i primi 180 faldoni, contenenti gli atti relativi all'indagine, alla direttrice dell'Archivio di Stato Giovanna Giubbini: in precedenza erano custoditi nell'archivio della Procura di Bologna. Seguirà a breve il trasferimento di altri 107 faldoni e sei allegati relativi alla celebrazione del processo, attualmente custoditi presso l'archivio della sede della Corte d'Appello di Bologna.
Si tratta di un'iniziativa realizzata grazie al sostegno della Regione Emilia-Romagna (che la finanzia con un contributo da 350mila euro) nell'ambito di una collaborazione che ha portato al versamento in Archivio di Stato e alla digitalizzazione dei fascicoli sui fatti di terrorismo, eversione e stragismo giudicati dalla Corte d'Assise di Bologna a partire dal 1971: tra questi la strage del 2 agosto 1980 e l'attentato all'Italicus.
Il versamento anticipato del materiale rispetto ai termini previsti dal Codice dei beni culturali e del paesaggio è stato definito da una convenzione tra gli uffici giudiziari e l'Archivio di Stato di Bologna. Il lavoro di salvaguardia, conservazione e digitalizzazione si concluderà entro fine 2022.
Alla cerimonia hanno partecipato il presidente della Regione Stefano Bonaccini, il sindaco di Bologna Matteo Lepore, la presidente dell'Associazione vittime Uno Bianca Rosanna Rossi Zecchi e il presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980, Paolo Bolognesi.
"Inizia oggi un nuovo, fondamentale atto di salvataggio della memoria, per scongiurare il rischio dell'oblio e dell'indifferenza rispetto a una delle pagine più drammatiche della storia della nostra regione e del Paese", ha commentato Bonaccini.
"Oggi è un giorno per noi veramente felice - ha affermato Rosanna Rossi Zecchi, presidente dell'Associazione delle vittime della Uno Bianca - Sono commossa, penso che noi avevamo bisogno di questa digitalizzazione. Quando andiamo a parlare nelle scuole i ragazzi ci dicono: sono state le Brigate rosse. Io dico: questo non lo accetto, ragazzi. Perché purtroppo sono stati dei poliziotti: deviati, cattivi, criminali ma poliziotti".
Il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, ha poi affermato che la Procura è al lavoro rispetto al fascicolo conoscitivo aperto a inizio anno sulla banda della Uno bianca e in particolare sulla strage del Pilastro. "Non ci sono novità" ha commentato il magistrato, così come al momento non ci sono indagati.
Secondo Amato il lavoro di digitalizzazione che viene avviato è importante sia per il valore storico e di preservazione della memoria, ma anche sul piano processuale.
"E' giusto avere la possibilità non tanto e non solo di conservare, ma anche e soprattutto di fruire in maniera molto più snella, duttile e intelligente questi atti, anche perchè la modalità con cui la Regione mi ha anticipato che si sarebbe realizzata questa scannerizzazione è assolutamente all'avanguardia e consentirà di matchare i vari dati in maniera innovativa".