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La nuova disciplina della prescrizione processuale, introdotta dagli emendamenti del governo alla riforma del processo penale, rischia "di incidere sulla serenità del giudice". E' un punto evidenziato dal segretario dell'Associazione nazionale magistrati, Salvatore Casciaro, in audizione davanti alla commissione Giustizia della Camera. "Un magistrato è impegnato a giungere a una decisione in tempi rapidi e adeguatamente ponderata nel pieno rispetto delle parti e delle garanzie. Fissare tempi tanto stringenti significa togliere serenità al giudice", ha sottolineato Casciaro. A suo giudizio quella dei tempi predeterminati del processo, pena l'improcedibilità, è "un'imposizione calata dall'alto fuori da un principio di realtà, un tempo non congruo. Non vorrei che il giudice si sentisse stretto tra il rispetto dei tempi tanto stringenti e il dovere di esercizio delle funzioni giudiziarie nei tempi loro propri e adeguati e nel pieno e sereno rispetto delle garanzie". Per Casciaro è condivisibile "l'esigenza di arrivare a un punto di equilibrio per evitare all'imputato di restare sine die in balia della potestà punitiva dello stato" ma "questo punto di equilibrio non è stato raggiunto dagli emendamenti del governo" che finiranno per incentivare "impugnazioni pretestuose con ulteriore penalizzazione dei tempi dei processi". "Con la nuova disciplina dell'improcedibilità l'intero processo rischia di finire nel nulla", ha concluso il segretario Anm.

Foto © Imagoeconomica

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