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Processo Black Cat atto secondo: in appello regge l'impianto accusatorio e i giudici assolvono 3 imputati che erano stati condannati, applicando in un quarto caso la prescrizione; viceversa, però, due assolti in primo grado sono stati ritenuti colpevoli e a un altro dei presunti mafiosi dell'entroterra della provincia di Palermo, nella zona delle montagne delle Madonie, la pena viene aumentata. La sentenza è della terza sezione della Corte del capoluogo siciliano, presieduta da Antonio Napoli: Black Cat, gatto nero, è un'operazione antimafia dei carabinieri che portò a un blitz eseguito nel 2016 e poi sfociato in un processo celebrato nel 2018, col rito abbreviato, davanti all'allora Gup Fabrizio Anfuso, e in un'altra tranche, che venne giudicata dal tribunale di Termini Imerese (Palermo) a maggio 2019. Proprio questa seconda parte, definita col rito ordinario, è stata chiusa oggi pomeriggio dalla Corte palermitana, che ha concesso pure alcuni sconti di pena. Salvatore Cancilla passa da 13 anni a 9 anni e 6 mesi: nei suoi confronti è stato accolto il ricorso della Dda di Palermo e del sostituto procuratore generale Giuseppina Motisi. Stessa decisione per Giuseppe Albanese, che ha avuto 9 anni, e Gioacchino Martorana (per lui due anni e sei mesi): entrambi erano stati assolti in tribunale. Gli assolti, dopo la condanna in primo grado, sono invece Francesco Saitta e Sebastiano Sudano (che avevano avuto 7 anni ciascuno) e Giacomo Di Dio (6 anni). Se la cava con la prescrizione Francesco Lo Medico, che cosi' non dovrà scontare 4 anni. I giudici hanno ridotto le pene a Nicasio Salerno, che passa da 20 a 15 anni; a Loreto Di Chiara di Caccamo, che scende da 20 anni a 11 anni e 7 mesi; a Luigi Giovanni Barone, Rosario Lanza e Nicola Teresi, che avevano avuto tutti e tre 13 anni e ora dovranno scontarne 9. Riduzioni pure per Mercurio Bisesi (da 13 a 10 anni), Riccardo Giuffré (da 12 a 9) e Antonio Marino, che scende da 6 anni a 4 e mezzo.

Foto © Imagoeconomica

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