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Dopo anni di indagini, la Dda di Napoli, in una inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Luigi Frunzio, deceduto ieri per le conseguenze del Covid 19, ha chiuso il cerchio su almeno uno dei presunti killer di Gennaro Catapano. Catapano doveva morire perché ostacolava l'espansione dei gruppi di San Giovanni a Teduccio nella zona delle Case Nuove, a ridosso di piazza Mercato, quartier generale del potente clan Mazzarella. A Napoli c’era una 'guerra' continua tra i Mazzarella e i Rinaldi, che da quasi tre decenni semina morte e terrore. Catapano doveva essere ucciso per due motivi. Il primo era legato alla sua ex appartenenza al gruppo dei Mazzarella, nemici giurati dei Rinaldi. Il secondo perché nel 2013 aveva fondato un suo gruppo: Maggio-Autiero-Catapano. Una compagine che tramontò nel giro di pochi anni quando Salvatore Maggio decise di collaborare con la giustizia. Ma Catapano restava sempre un boss. Per questo il 31 marzo del 2016, in Vico Soprammuro fu affiancato da due in sella a uno scooter e ferito con diverse pallottole alla schiena. Si salvò solo grazie alla vicinanza con il pronto soccorso dell'ospedale Loreto Mare. Una emorragia avrebbe potuto stroncarlo e invece riuscì a salvarsi. Oggi in carcere per tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso è finito Aniello Ottico, 54 anni, pregiudicato ritenuto vicino ai Rinaldi. Quest'ultimi alleati dei Reale - Formicola, con un asse cementificato con l'Alleanza di Secondigliano. Manca all'appello un altro killer e il mandante da ricercare, secondo la Dda, proprio nel quartiere e negli equilibri criminali di San Giovanni a Teduccio.

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